Ogm, il ministro manda la Forestale Fidenato la stoppa FOTO
VIVARO. Volevano prelevare campioni di mais dai campi coltivati a Mon 810 da Giorgio Fidenato. Ma il presidente di Agricoltori federati è stato categorico: «Solo se avete un mandato dell’autorità giudiziaria». La prova muscolare del ministero delle politiche agricole non è servita.
Fidenato dopo più di un’ora di faccia a faccia nel suo ufficio con tre dipendenti del corpo forestale dello Stato (due inviati da Padova, una da Roma), li ha congedati con una stretta di mano ma senza autorizzazione. E così la Forestale si è limitata a perlustrare gli appezzamenti di Vivaro (dove sono stati seminati 3 mila metri a mais Mon 810) e Fanna (dove il custode giudiziario aveva seminato mais tradizionale) e ad annunciare una sanzione per l’assenza di tabelle che “pubblicizzino” la coltura Ogm.
L’improvvisata. Ieri mattina il personale inviato dal Ministero si è presentato a casa di Fidenato, ma lui era già a Pordenone, nella sede di Agricoltori Federati. E così una delegazione l’ha raggiunto in corso Lino Zanussi. Gli altri, con tanto di troupe televisive appositamente allertate, si sono spostati sui campi seminati in attesa del via libera dei colleghi per effettuare i controlli.
Nel verbale si legge che la Forestale ha chiesto a Fidenato di poter accedere all’azienda “In trois” e al magazzino per verificare le sementi e di fare dei campionamenti nei campi. La risposta: «Solo con mandato dell’autorità giudiziaria». E difficilmente qualcuno a Pordenone concederebbe quel mandato. La sentenza attesa per l’8 luglio, sarà salvo colpi di scena di assoluzione per le semine del 2010. L’agricoltore ha fatto verbalizzare che «potranno essere fatte le verifiche solo quando le pannocchie saranno fiorite».
I semi. A mettere in allerta il Ministero sarebbe stata la notizia, diffusa su internet, della distribuzione di 50 mila semi Ogm, «ma quella notizia l’avevamo smentita il giorno dopo» ricorda Fidenato, che ha confermato al personale della Forestale di aver messo a dimora i semi comprati nel 2011 in Spagna e dissequestrati dieci giorni fa.
Semi che, una volta divenuti pannocchie, hanno già un futuro “sicuro”. «Il raccolto di Vivaro l’ho venduto a un allevamento che ne farà mangime - anticipa -. Gli altri mille metri che ho seminato a Mereto di Tomba, invece, diventeranno polenta Ogm».
Il ministero. «Alla luce e nel rispetto della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea 6 settembre 2012 e di quella del 18 maggio 2013 – si legge nell’atto ministeriale – il diritto di coltivare Ogm deve convivere con il diritto dello Stato di condizionare la coltivazione ad adeguate misure di coesistenza con l’agricoltura tradizionale o biologica, al fine di evitare ogni possibile commistione di tali produzioni e conseguenti danni economici».
Da qui la necessità che le aree siano appositamente tabellate e che ne venga data apposita comunicazione a Regioni e Province autonome. «Ho inoltrato ieri la comunicazione alla Regione» assicura Fidenato, ma «i controlli effettuati hanno evidenziato – scrive il Ministero -, comunque, la mancanza di tabelle indicanti l’origine transgenica della coltivazione, il che configurerebbe un illecito amministrativo. Sono al vaglio ulteriori responsabilità».
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