Ognuno ha le sue ordinanze: differenze e analogie regione per regione nel Triveneto

UDINE. La fase 2 sta per cominciare. Alcune ferree limitazioni saranno allentate, altri provvedimenti renderanno la vita delle persone un po' più "libera" di quanto successo negli ultimi due mesi. Resteranno, tutttavia, diversi obblighi, così come previsto dal Governo.
Ma ben prima di lunedì 4 maggio, data in cui ci lasceremo alle spalle la fase più critica almeno dal punto di vista dell'emergenza sanitaria, diverse Regioni hanno preferito assumere provvedimenti in parte se non del tutto in contrasto con quelli stabiliti dall'esecutivo nazionale. Cosa che ha scatenato non poche polemiche e spinto il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, a minacciare diffide, se non addirittura ricorsi al Tar e alla Consulta.
PER APPROFONDIRE:
- Cosa si può fare e cosa no in regione: tempi, domande e risposte sull'ordinanza in Friuli Venezia Giulia
- Autocertificazioni quando si esce di casa, spostamenti tra comuni e congiunti da visitare: cosa succede il 4 maggio
- Obbligo di prenotazione, ma solo fino al 3 maggio: come cambierà il ritiro dei cibi da asporto dalla prossima settimana
Alla luce del fatto che in Friuli Venezia Giulia, tanto per restare in casa nostra, il presidente Massimiliano Fedriga si appresta a firmare una nuova ordinanza, analizziamo da vicino quali sono le differenze più sostanziali, ma anche le analogie,con le realtà a noi più vicine, vale a dire il Veneto e il Trentino.
VENETO
Il Veneto ha voluto far ripartire da subito la vendita di cibo e bevande per asporto, senza aspettare il 4 maggio. Ma non solo. La Regione, guidata dal presidente Luca Zaia (Lega nord), sta studiando le modalità per far riaprire anche i ristoranti prima della data stabilita dal Governo, vale a dire il 1 giugno.
«Quando dico che il Veneto è pronto a riaprire, fatto salvo il parere della Comunità scientifica, voglio dire che se il Comitato vuole tentare un'apertura, oggi, domani noi ci siamo».
Lo ha affermato lo stesso Zaia, nel consueto punto stampa sull'emergenza Coronavirus. «Il che non vuol dire - ha aggiunto - che sto promuovendo cose che non si possono fare, ma semplicemente che la rete sanitaria veneta è pronta ad affrontare tutto».
Ma già nei giorni scorsi il Veneto aveva aperto alla possibilità di raggiungere individualmente - allo scopo diverificare se esistano i presupposti per avviare lavori di sistemazione - le seconde case di proprietà, sempre e comunque all'interno dei confini regionali, o le barche ormeggiate fuori del comune di residenza per manutenzione e riparazioni.
E c'è da dire che nelle prossime ore Zaia presenterà la proroga dell'ordinanza regionale «ovviamente in linea - spiega - con il Dpcm e con alcuni aggiustamenti che vogliono portare più chiarezza rispetto ai quesiti che vengono fatti».
«È fondamentale dire ai veneti - aggiunge - di non abbassare la guardia: la sfida ora passa dai clinici al popolo. È un aspetto relegato a noi».
Per concludere, in Veneto è consentita anche la pesca sportiva, perché equiparabile all’attività motoria (purché nel rispettodel distanziamento e nel comune di residenza), e sono permessi agli spostamenti per la manutenzione dei camper, anche fuori del comune, perché assimilabili alle attività permesse nelle case di vacanza.
TRENTINO
Anche il Trentino presenta diverse differenze con il Friuli Venezia Giulia in merito alle limitazioni per contrastare il contagio da Covid-19.
Innanzitutto lo scorso giovedì, 30 aprile, hanno riaperto le chiese della Diocesi di Trento per la sola preghiera personale. Rimane, tuttavia, in vigore il divieto di celebrare le messe e di convocare i fedeli, per qualsiasi motivo.
E ancora: genitori con figli minori, così come anziani e disabili con i loro accompagnatori, possono passeggiare, ma soltanto nelle vicinanze della propria abitazione.
È anche consentito coltivare orti e terreni anche fuori dal proprio Comune di residenza, ma solo una persona alla volta. Si possono fare acquisti nei negozi sul tragitto da casa al lavoro, anche fuori dal proprio Comune di residenza, e usare le piste ciclabili per andare e tornare dal lavoro.
In Trentino, poi, vige l'obbligo di indossare la mascherina anche negli uffici pubblici e nei luoghi pubblici e nei locali in cui si ritira il cibo ordinato in precedenza per poi consumarlo nella propria abitazione.
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