Okay del Ministero, aumentano i pedaggi in autostrada
UDINE. Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti quest’anno ha concesso un incremento dello 0,86 per cento per i pedaggi autostradali sulla rete di Autovie Venete, dopo il “congelamento” delle tariffe adottato nel 2015 . Un incremento molto contenuto in ogni caso, visto che, a seconda delle tratte varia fra i dieci e i trenta centesimi, ma che su alcune addirittura non scatta per il meccanismo di arrotondamento.
Alcuni esempi: chi uscirà al casello della A4 di Latisana, partendo da quello di Udine Sud, spenderà 10 centesimi in più (da 3,40 a 3,50 euro), un incremento identico a quello previsto per chi percorrerà sulla A4 la tratta Trieste-San Donà di Piave (da 7,50 a 7,60 euro).
La formula utilizzata per il calcolo dei pedaggi, è quella del “price cap” che comprende il recupero dell’inflazione programmata più una serie di variabili legate alla qualità del servizio, alla pavimentazione e al tasso di incidentalità, alle quali si aggiunge quella correlata al livello degli investimenti.
Non tutto ciò che Autovie Venete incassa resta alla concessionaria. Una parte, pari al 2,5 per cento circa va ad Anas, l’ Iva va allo Stato, un’ulteriore quota viene utilizzata a copertura degli investimenti e un’altra, non di poco conto, è destinata alle spese di manutenzione: dalla gestione degli impianti tecnologici agli interventi più vari (riasfaltature, sostituzione di barriere di protezione, azioni di prevenzione del ghiaccio o di ripulitura dalla neve; potatura delle siepi, sfalcio del verde, rifacimento della segnaletica orizzontale e verticale).
Per quanto riguarda le agevolazioni relative ai pendolari, agevolazioni attivate nel febbraio 2014 e prorogate l’anno successivo fino al 31 dicembre 2016, è stata prevista una ulteriore proroga. Il protocollo sottoscritto a suo tempo, fra Aiscat (l’organismo di rappresentanza delle società autostradali), alcune Concessionarie e il Ministero, prevede l’applicazione di una “scala sconti” basata sul numero dei transiti e applicabile per tratte non superiori ai 50 chilometri. La misura rappresenta un buon punto di equilibrio tra le esigenze dei gestori e la necessità di sostenere l’utenza (minori costi, nonché benefici per l’ambiente in seguito alla riduzione dei tempi di percorrenza e decongestionamento della viabilità ordinaria).
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