Olsen: non siete pronti per un nuovo Larsson

«Il mercato letterario italiano è difficile. Non siete pronti per un nuovo Stieg Larsson, non avete capito neanche lui». Sorprende subito il danese Jussi Adler-Olsen, uno dei giallisti rivelazione degli ultimi anni, alla conferenza stampa che ha preceduto l’incontro di oggi alle 16 all’istituto Vendramini. Lui, che la critica ha definito l’erede naturale dell’autore della trilogia “Millennium”, dichiara di non amare thriller e polizieschi, e proprio non ci sta a farsi etichettare in un genere preciso: «Il mio è un esperimento letterario – rivela –. Ho intenzione di scrivere dieci volumi, dieci capitoli della stessa storia. Ogni libro rivelerà qualcosa di più sui segreti che i personaggi custodiscono, ma il mistero sarà completamente svelato solo all’ultima pagina».
Ora sta lavorando al sesto, mentre in Italia è stato recentemente pubblicato il terzo episodio dal titolo “Il messaggio nella bottiglia” (Marsilio). Il filo rosso dei suoi racconti è il tema del potere, che Olsen contesta non in se stesso, ma quando utilizzato per scopi negativi.
«Non mi ripeterò – assicura – saprò essere originale nella scelta delle ambientazioni, degli intrecci e persino nello stile». Avendo un passato da editore, sa di dover essere generoso nei confronti della trama. Della sua creatura, l’ispettore Carl Mørck (letteralmente “il re delle tenebre”) dice: «È in parte un mio alter ego: è pigro come me, e fuma molto. Cosa che io stesso sogno continuamente di fare, pur avendo smesso vent’anni fa». Mørck lavora nella famigerata Squadra Q della polizia di Copenaghen, dove è stato relegato «perché non piace a nessuno».
Olsen rivela che a ispirare il personaggio è stato l’incontro, quand’era bambino, con un uxoricida in cura dal padre psichiatra. Accanto a Mørck, il fido assistente Assad (una sorta di Sancho Panza). Due figure che si catalizzano a vicenda, pur custodendo dei segreti. Un rapporto complesso, che viene ulteriormente destabilizzato da una presenza femminile.
La formula, a giudicare dalle oltre 10 milioni di copie vendute sinora in più di 140 paesi, è vincente. Qual è il segreto del suo successo? Lo svela lui stesso: tenere sulle spine il lettore, creando momenti di suspance, e coinvolgerlo attraverso il meccanismo della voce mancante. «Non fornisco molti dettagli – spiega –. Sta all’immaginazione di chi mi legge riempire gli spazi della narrazione che io lascio vuoti».
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