Oltre 13 mila persone in Friuli Venezia Giulia a letto per l’influenza
UDINE. Più di 13 mila persone in Friuli Venezia Giulia costrette a letto per colpa dell’influenza. Diciassette i casi gravi finora segnalati nelle cinque aziende sanitarie della Regione, di cui più della metà, nove, all’ospedale di Udine. Due i decessi finora accertati, nel capoluogo friulano e a Pordenone. Il virus “Yamagata”, così chiamato dal luogo in cui è stato per la prima volta isolato, e quindi di origine asiatica, sta colpendo la nostra regione. «In questi giorni – afferma Pierlanfranco D’Agaro, dirigente di igiene e medicina preventiva del Burlo Garofolo di Trieste – stiamo registrando il picco».
E infatti, stando al rapporto Influnet dell’Istituto superiore di sanità, il sistema di sorveglianza integrata dell’influenza, il bollino è passato da arancione a un rosso pallido, che significa più di 11,5 casi ogni 1000 abitanti. I dati dicono anche che il Friuli Venezia Giulia è in controtendenza rispetto al resto della Penisola dove il virus sta calando. La circolazione dell’influenza iniziata con due settimane di ritardo alle nostre latitudini, solo ora sta arrivando all’apice della propria aggressività.
I dati in Italia
Nella quarta settimana del 2018 in Italia continua a diminuire il numero di casi anche se il livello di incidenza si mantiene “alto” con 12,4 casi per mille assistiti. Nelle fasce di età pediatrica si osserva una lieve flessione anche se rimangono le fasce di età maggiormente colpite con un livello dell’incidenza pari a circa 41,5 casi per mille assistiti nei bambini al di sotto dei cinque anni e pari a 22,3 nella fascia di età tra 5 e 14 anni. Più evidente la diminuzione, del numero di casi, nei giovani adulti in cui l’incidenza è pari a 10,1 e negli anziani con 4,9 casi per mille assistiti. Il numero di casi stimati in questa settimana in Italia è pari a circa 750.000, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 5 milioni 529 mila.
I numeri in Fvg
Nella nostra regione i quindici medici sentinella - medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, referenti presso le Asl e le Regioni che hanno l’obiettivo di descrivere i casi di sindrome influenzale – hanno registrato 228 casi di influenza su un totale di 19 mila 780 assistiti, il che equivale a un’incidenza dell’11,53 ogni mille assistiti. Come nel resto d’Italia i più colpiti sono i bambini dai 0 ai 4 anni (25,32 per mille), seguiti dalla fascia d’età da 5 a 14 anni (17,86 per mille), 15–64 anni (11,09 per mille) mentre gli over 64 con un’incidenza del 2,13 per mille sono addirittura fanalino di coda tra tutte le regioni.
Influenza killer
I dati mettono in evidenza che quanto osservato durante il picco della stagione 2004-2005, un periodo in cui l’attività influenzale è stata elevata, è molto simile alla stagione in corso. Anche il numero di casi gravi e severi confermati per influenza e ricoverati in terapia intensiva, che vengono raccolti a partire dalla stagione 2009/2010, è elevato e superiore ai numeri riportati durante la stagione 2014-2015, una delle peggiori fino a oggi registrate. In totale sono sette i casi gravi di influenza confermata segnalati in donne gravide in tutta Italia. Vengono inoltre riportati 267 morti per tutte le cause rispetto ai 247 attesi.
Nel complesso sono dominanti i ceppi di tipo B (Yamagata), mentre nell’ambito dei virus A prevalgono i ceppi A/H1N1. L’attività influenzale continuerà probabilmente ancora per diverse settimane. «In Friuli Venezia Giulia – spiega D’Agaro – il virus ha attecchito prima a Pordenone e si è spostato a est. Visto che è di tipo B chi si è vaccinato alla trivalente risulta scoperto, chi è stato sottoposto alla profilassi quadrivalente è a posto».
Pordenone, reparti pieni negli ospedali
Reparti ospedalieri pieni a causa del picco dell’influenza, un virus che, rispetto alle previsioni, si sta dimostrando più aggressivo. La situazione dovrebbe proseguire fino all’inizio della prossima settimana per poi lentamente regredire .
Solo il 9% dei medici è vaccinato
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto