Omicidio dei fidanzati: confermato l’ergastolo a Giosuè Ruotolo

Con il sigillo della Cassazione, la condanna all’ergastolo per duplice omicidio di Giosuè Ruotolo, 31 anni, ex militare che sognava di entrare nella guardia di finanza, è diventata definitiva. Ieri poco dopo le 17 la Suprema corte ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa di Ruotolo, come aveva chiesto il procuratore generale Loy, dopo 4 ore di camera di consiglio e 3 di discussione in aula. L’ultima speranza si è spenta ieri a Roma per Giosuè, in attesa dell’esito nel carcere di Belluno. A causa della pandemia non ha potuto assistere all’ultimo atto del suo processo.

Abbracci e commozione, in aula a Roma, invece, fra i familiari delle vittime. Teresa Costanza, 30 anni, broker assicurativa e Trifone Ragone, 28 anni, caporal maggiore dei carristi, furono giustiziati con 6 colpi di pistola all’uscita dalla palestra di via Interna a Pordenone il 17 marzo 2015. All’ultimo atto del processo c’erano i genitori di Trifone Ragone, Eleonora e Francesco, i fratelli, il papà di Teresa, Rosario Costanza, con i figli. «È un’emozione grandissima, un sollievo, ci siamo commossi – ha commentato papà Rosario –. La difesa non ha avuto argomenti nuovi, gli inquirenti sono stati bravi: i pm, il procuratore, i carabinieri, il comandante Grosseto». «Prendiamo atto della decisione – ha commentato l’avvocato Roberto Rigoni Stern, nel collegio difensivo con Giuseppe Esposito e Franco Carlo Coppi –. Ora Giosuè Ruotolo dovrà ripensare al suo futuro in questo lungo periodo di detenzione. Siamo di fronte a un processo indiziario e a un imputato che si è sempre dichiarato innocente. L’indagato per esclusione Ruotolo è diventato alla fine il colpevole per la giustizia italiana nonostante non sussista una prova certa della sua colpevolezza».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto