Omicidio di Fiume Veneto, richiesto il rinvio a giudizio per Dri
FIUME VENETO. Il pm Pierumberto Vallerin ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio alla cancelleria del Gip per Franco Dri, il pensionato 71enne di Fiume Veneto che il 26 gennaio sparò un solo colpo al torace – poi risultato letale – al figlio Federico, 47 anni, nella loro abitazione in viale della Repubblica.
Il capo di imputazione è omicidio con l’aggravante dei legami di parentela. Non è stata ancora fissata la data dell’udienza preliminare.
Dri è tornato a casa: è agli arresti domiciliari in viale della Repubblica. La moglie Anna Morello lo ha accolto a braccia aperte.
Dall’interrogatorio di garanzia di Dri, il 4 giugno scorso, era emerso il contesto familiare di grande sofferenza nel quale è maturato il gesto estremo del padre.
Già allora il quadro, per la Procura, era chiaro. Si profilava imminente la chiusura delle indagini preliminari, come è stato.
Assistito dai legali di fiducia Arnaldo De Vito e Giancarlo Zannier, il 71enne aveva raccontato, con grande sincerità e in coscienza, il suo stato di esasperazione per il figlio con problemi di tossicodipendenza. Un calvario, per la famiglia, lungo trenta anni.
Anche l’ultimo tentativo di disintossicazione del 47enne, alla comunità di San Patrignano, non aveva dato i risultati sperati. Federico Dri era stato allontanato dalla stessa comunità. E, dopo circa quattro mesi, avevano ricominciato ad affiorare gli stessi problemi.
Questo aveva fatto naufragare ogni residua speranza dei genitori che il figlio potesse spezzare finalmente la dipendenza e riscattarsi.
Nei giorni precedenti l’omicidio Federico parlava di solo di fronte allo specchio, urlava, sbatteva i pugni sui mobili. Fra le mura domestiche gli screzi erano bocconi amari da mandare giù con frequenza.
Al culmine dell’ennesimo litigio, il padre non ce l’ha più fatta. Ha preso la sua pistola dal cassetto, regolarmente denunciata, e ha esploso un unico colpo, prendendo il figlio al torace.
Il 47enne è sceso sanguinante giù dalle scale, poi si è accasciato fuori dall’ingresso.
Franco Dri è rimasto al suo fianco, dopo aver chiamato i soccorsi, pronto ad affrontare le conseguenze del suo gesto. Non si è mai sottratto alle sue responsabilità.
Poche ore dopo Federico è morto, in ospedale. Quando la notizia è stata comunicata al padre, allora in carcere a Pordenone, il pensionato è scoppiato in lacrime.
Gli avvocati si riservano di valutare ora il prosieguo.
Già in occasione dell’interrogatorio di garanzia, avevano prospettato il rito abbreviato, con riserva di valutare se disporre, o meno, indagini difensive integrative dopo l’accesso agli atti.
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