Omicidio Orlando, i legali di Mazzega chiedono di spostare il processo dal Fvg: "Qui il clima è ostile"

UDINE. Si chiama legittima suspicione la nuova carta giocata dalla difesa di Francesco Mazzega nel processo che lo vede imputato dell’omicidio volontario della fidanzata 21enne Nadia Orlando.
Non un asso nella manica, sia chiaro, visto che l’obiettivo è soltanto quello di trasferire il giudizio fuori regione, in una sede “neutra” rispetto alle aule di giustizia friulane che in primo grado, in abbreviato, lo hanno condannato a 30 anni di reclusione, ma pur sempre una mossa capace di allungare i tempi e, con essi, il presofferto a casa, in regime di arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
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L’effetto immediato, non a caso, è stato quello di procrastinare di oltre un mese l’appuntamento davanti alla Corte d’assise d’appello di Trieste: in attesa di conoscere la decisione della Corte di Cassazione, chiamata a valutare l’ammissibilità dell’istanza avanzata dagli avvocati Federico Carnelutti e Mariapia Maier, il presidente Igor Maria Rifiorati non ha potuto fare altro che sospendere il procedimento e aggiornarlo ad altra data. L’udienza fissata per domani è stata così rinviata al 31 maggio.
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A monte, la sensazione dei difensori di agire in un clima oggettivamente ostile al proprio assistito. «Trattandosi di una vicenda giudiziaria caratterizzata da grande clamore mediatico, da iniziative a da condizioni ambientali di forte pressione – hanno spiegato – l’imputato ha inteso avvalersi della previsione dell’articolo 45 del codice di procedura penale, che consente di chiedere alla Corte di Cassazione di verificare se questa situazione possa turbare la serenità e l’equilibrio nel decidere della giuria, composta da giudici togati e da giudici popolari».
Poche parole, ma sufficienti a evocare non soltanto l’attenzione della stampa locale e nazionale, ma anche le polemiche che il caso e, in particolare, la decisione del Riesame di scarcere e concedere i domiciliari al 37enne di Muzzana del Turgnano, reo confesso del delitto cosumato a Vidulis di Dignano il 31 luglio 2017 (quando risiedeva a Spilimbergo), scatenò sul web, alimentando un susseguirsi di iniziative popolari - a cominciare dalla raccolta di firme - sostenute anche dalle forze politiche.
La notizia del rinvio dell’udienza ha spiazzato e addolorato la famiglia Orlando. «Lungi dall’entrare nel merito dei contenuti dell’istanza, che non conosco – ha affermato l’avvocato Fabio Gasparini, legale di parte civile per conto dei genitori Andrea Orlando e Antonella Zuccolo e del fratello Paolo –, ci amareggia constatare come l’istanza sia stata depositata dalla difesa pochissimi giorni prima (il 4 aprile, ndr) dell’udienza.
Se le ragioni sono quelle addotte, avrebbero potuto farlo ben prima e già a Udine. In questo modo, la Corte d’assise d’appello è stata costretta a differire l’udienza». Quanto basta, insomma per sollevare un altro “legittimo sospetto”.
«Tutto porta a credere – continua l’avvocato Gasparini – che si sia trattato di un atto preordinato, finalizzato a garantire all’imputato un ulteriore periodo di presofferto ai domiciliari». Qualora gli ermellini dovessero rigettare l’istanza, ritenendo Trieste territorialmente competente a giudicare Mazzega, il processo ripartirà da dove era stato interrotto. —
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