Omicidio Orlando, ricorso rigettato: resta in Fvg il processo a carico di Mazzega

TRIESTE. Resta a Trieste il processo d’appello a carico di Francesco Mazzega, il 37enne di Muzzana del Turgnano condannato in abbreviato a 30 anni di reclusione per l’omicidio della fidanzata Nadia Orlando.
COSA C'E' DA SAPERE SULLA VICENDA
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La Corte di Cassazione ha rigettato l'istanza di rimessione in altra sede per legittima suspicione avanzata dai difensori dell’imputato, avvocati Federico Carnelutti e Mariapia Maier.
I VIDEO
- Uccide la sua fidanzata poi gira tutta la notte con il cadavere in auto - La diretta dalla stradale di Palmanova
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- La protesta in piazza per chiedere di revocare i domiciliari di Mazzega
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- Delitto di Nadia Orlando, Mazzega esce dal carcere e viene trasferito a Pordenone
Ritenendo l’ambiente regionale oggettivamente ostile al proprio assistito, i legali avevano deciso di avvalersi della previsione dell’articolo 45 del codice di procedura penale, che consente di chiedere alla Suprema Corte di verificare se la situazione possa turbare la serenità e l’equilibrio nel decidere della giuria (in questo caso composta da giudici togati e da giudici popolari). Spetterà ora al presidente della Corte d’appello di Trieste fissare la nuova data del processo.
I familiari di Nadia Orlando hanno preso atto con soddisfazione della decisione della Suprema Corte di Cassazione e, a quasi due anni dal delitto, si augurano che ora la giustizia riprenda celermente a fare il suo corso.
Lo riferisce in una nota il loro legale, avvocato Fabio Gasparini. «La volontà dell'omicida di trasferire il procedimento d'appello da Trieste ad altra sede per un asserito "clima ostile" nei suoi confronti è parsa da subito come l'ennesimo tentativo di allungare i tempi del processo per sfruttare il più possibile il beneficio premiale degli arresti domiciliari - si legge nel documento -.
Diversamente non si spiega perché la richiesta sia stata depositata solo la settimana prima dell'udienza originariamente fissata avanti la Corte d'Assise d'Appello di Trieste per il 12 aprile 2019 costringendo così i Giudici a sospendere quel procedimento, a differire l'udienza e a riservarsi la fissazione della nuova data all'esito della decisione della Corte di Cassazione.
La famiglia Orlando, chiusa ancora nel suo infinito dolore per la tragica morte di Nadia, auspica che l'omicida reo confesso - conclude la nota - smetta di fuggire dalle proprie responsabilità ed eviti ulteriori, inopportune, condotte dilatorie che non fanno altro che alimentare l'indicibile sofferenza a cui è ancora sottoposta».
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