Omicidio Pedron: «Che ci facevi, David in quella casa?»
PORDENONE. Come si sentirà oggi David Rosset? Libero finalmente dalle accuse giuridiche e mediatiche che l’hanno “perseguitato” in questi quattro anni. Finalmente riconosciuto Innocente, finalmente Non colpevole, Non innocente, Non perseguibile. Mi metto dalla sua parte e tiro un sospiro di sollievo. Non dobbiamo più temere: giustizia è fatta! Invece penso a mia figlia. Penso ad Annalaura che strangolata, soffocata, ingiuriata, non potrà mai essere ignorata dalla Giustizia, non potrà mai vivere in pace la sua morte. Non potrà mai più dire: mi è stato tolto tutto e per sempre.
«L’impunibilità avrebbe dovuto essere dichiarata già in udienza preliminre e Rosset non avrebbe dovuto subire tutto questo», afferma l’avvocato Di Risio, dimentica totalmente di come l’imputato si sia ritrovato a essere tale: imputato, appunto. Come può sostenere, sempe l’avvocato Di Risio, che «David Rosset è innocente e completamente estraneo ai fatti»? Il signor Rosset, 40 anni oggi, poco più di 14 allora, non ci ha ancora detto, non che ha ucciso, non lo pretendo, ma molto più semplicemente pretendo mi dica cosa ci faceva lì, in quella casa, a quell’ora, dove il suo sangue è stato trovato frammisto a quello di Annalaura.
Non era maturo o immaturo in quel momento, era solo “colpevole” di essere presente, di aver visto, sentito, quello che è successo e per 20 anni averlo occultato, averlo taciuto, sepolto, abusato, in barba alla legge che lo difende, ma non pretende da lui alcun chiarimento. Rovesciamo i parametri di giustizia, le regole della legge, i dettami del cuore, il mistero insoluto perchè non si vuole risolvibile. Le domande che l’ingiustizia non si pone tralascia il senso di una morte precoce, di cui non si pone il problema. Trascura il dolore, il bisogno di vedere dentro il senso di questa morte.
Le domande sono tante. Risposte, nessuna. Un uomo, ora, solo che si sottrae a ogni responsabilità, che non ha rispetto per se stesso, che si trincera dietro la sfacciata protervia di leggi che gli permettono di vivere “felice e libero” la sua vita. Per contro la misera realtà, la convinzione di molti, o di tutti, nonostante le leggi che l’hanno assolto, che egli sia colpevole di omissioni ineludibili e assolutamente non trascurabili, di grave patologia del giudizio, di grande insensibilità, di etica, oltre ogni ragionevolezza.
Non finirò mai di chiedermi: che ci facevi David in quel luogo a te sconosciuto quel giorno, il 2 di febbraio del 1988, di così grave e grande per i tuoi 14 anni, da non poter dare una risposta, così grande da mantenere il segreto di una vita?
E anche i tuoi avvocati che “pensano” e sostengono “giustamente”, nonostante tutto, alla tua innocenza ed estraneità, che pensano sia ignobile rifarsi a una pagella per considerarti colpevole, pensano forse che la morte di Annalaura sia fatto trascurabile e secondario rispetto al tuo muto silenzio? A 14 anni “incolpevole”, ma a 40 anni si può esigere “qualcosina” in più o la maturità è solo una ipotesi anagrafica e relativa al solo Rosset?
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