Omicidio Tulissi, i 13 motivi di impugnazione della difesa

Paolo Calligaris è stato condannato dal gup di Udine lo scorso 19 settembre a 16 anni di reclusione per l'omicidio della compagna Tatiana, avvenuto la sera dell'11 novembre 2008. I difensori dell'imprenditore, ora 50enne, hanno depositato l'atto d'appello: «Non è un femminicidio, lo proveremo»

UDINE. Paolo Calligaris è stato condannato dal gup di Udine lo scorso 19 settembre a 16 anni di reclusione per l'omicidio della compagna Tatiana, avvenuto la sera dell'11 novembre 2008. I difensori dell'imprenditore, ora 50enne, hanno depositato l'atto d'appello.

La rilevanza nazionale che il caso ha assunto negli ultimi giorni e, in particolare, le modalità con cui è stato raccontato al pubblico, sommata al deposito, sabato, del ricorso alla Corte d'assise d'appello di Trieste, hanno convinto gli avvocati Rino Battocletti, Alessandro Gamberini e Cristina Salon che era arrivato il momento di parlare. E cioè di spiegare, nel merito, perché abbiano sostenuto e sostengano anche adesso, con rinnovata determinazione, che Calligaris non sparò alla propria compagna, uccidendola, all'età di 36 anni, la sera dell'11 novembre 2008, sull'uscio della villa di Manzano dove abitavano. 

  • I colpi

I colpi uditi dalla vicina di casa, Maria Regina Genuncio, sono del tutto incompatibili con l'omicidio perché successivi al momento in cui Calligaris chiamò il 118.

  • I tempi

Calligaris giunse alla villa dopo l'omicidio​.

  • La macchia di sangue

La macchia di sangue di Tatiana sul compertone della ruota sinistra della jeep di Calligaris è raccolta sul selciato​quando lui giunge a omicidio consumato.

  • Le condizioni di Tatiana

​Inverosimile che Tatiana si trovasse nelle condizioni in cui è stata trovata. Potrebbe essere stata uccisa mezz'ora prima: va tenuto conto dei tempi di rientro a casa dal lavoro di Tatiana e delle attività svolte prima di essere uccisa.

  • L'ora della morte

​L'ora della morte calcolata dai sanitari si colloca in un momento antecedente all'arrivo in villa di Calligaris.

  • Gli spari

La collocazione degli spari alle 18.32, tenuto conto dela telefonata al 118 alle 18.32.57 è incompatibile con l'agonia della vittima e l'azione omicidaria descritta.

  • Le piste

​Gli elementi che dimostrano una difesa da parte della vittima lasciano intatte le piste alternative, a cominciare dalla rapina.

  • Lo stub

La prova dello Stub ha evidenziato esiti che escludono che a sparare sia stato Calligaris.

  • La versione di Calligaris e le prove

La versione di Calligaris è perfettamente concordante con i riscontri effettuati.​ Calligaris non ha in alcun modo inquinato le prove. Molto si è discusso in aula di false piste e di condotte ostative dell'imputato. Ecco perché gli avvocati definiscono «la versione di Calligaris rispetto alle condizioni in cui rinvenne il corpo della convivente, alle manovre rianimatorie svolte e alle telefonate al 118, perfettamente concordante con i riscontri effettuati» ed escludono che «con le sue condotte abbia mai posto in essere un inquinamento probatorio».

  • La nuova moglie

Nello scandagliare da cima a fondo la vita privata della coppia, i carabinieri erano giunti alla conclusione che lui non vedesse l'ora di liberarsi di lei. La difesa ribatte precisando innanzitutto come «la relazione di Calligaris con la sua attuale moglie si sviluppò solo a partire dalla primavera del 2009».

  • Nessuna crisi

I rapporti tra Tatiana e Calligaris erano del tutto sereni. C'era stato un periodo difficile, ma risaliva a mesi prima.

  • Nessun movente

Il finale è dedicato a ciò che di lui, del suo carattere e delle sue intemperanze, è stato detto e scritto a torto, per i difensori. «Nessun movente - concludono - è ipotizzabile per un raptus omicida del tutto incompatibile con la personalità dell'imputato».

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