Omicidio Tulissi, il legale della famiglia di Tatiana: «Troppi 4 minuti per chiamare i soccorritori»

UDINE. Le distanze sono rimaste di nuovo abissali: Paolo Calligaris, martedì 16 luglio, non ha rivolto saluti, né sguardi alla mamma e ai fratelli di Tatiana, nelle circa sei ore di udienza. Ma questo non significa che il rispetto per la famiglia Tulissi sia venuto meno.
A precisarlo, fin dalle prime battute della discussione e poi di nuovo ai microfoni dei cronisti, è l’avvocato Alessandro Gamberini, spiegando il gesto di sfida - le dita a forma di V con le nocche rivolte verso l’interlocutore - con cui, alla fine dell’udienza dello scorso 9 luglio, si era allontanato dal tribunale.
«È una persona esasperata – ha spiegato – per questi dieci lunghi anni d’inchiesta. Il suo gesto non voleva essere offensivo verso la famiglia. È stata invece una manifestazione d’intolleranza nei confronti dei giornalisti e dei fotografi, per le pressioni cui è stato così a lungo sottoposto. Stampa – aggiunge l’avvocato – che va a sua volta sempre rispettata».
Intanto, a rompere il silenzio mantenuto dall’inizio del processo è l’avvocato di parte civile, Laura Luzzatto Guerrini, che rappresenta la madre Meri Conchione e i fratelli Marzia e Marco Tulissi.
«Prendo atto che la difesa oggi in aula ha affermato che l’arrivo in villa di Calligaris è avvenuto alle 18.29 – dice –. Ma visto che la telefonata al 118 è partita dopo quasi 4 minuti, non posso non rilevare come ci troviamo di fronte a un arco temporale abbastanza lungo.
Di fronte a una persona morta o, comunque, ferita, con il volto e la testa sanguinanti, è possibile attendere tutto quel tempo prima di chiedere aiuto?». Perplessità sono state espresse anche rispetto alle «manovre rianimatorie che Calligaris dice di avere praticato».
E se per il collegio difensivo dell’imprenditore la pista della rapina «avrebbe dovuto essere battuta, considerati i due colpi messi a segno con le stesse modalità, a pochi mesi di distanza, in altrettante ville di Tricesimo e Manzano», è di nuovo l’avvocato Luzzatto Guerrini a ricordare come le ipotesi alternative furono senz’altro «prese in considerazione dai carabinieri, ma poi abbandonate per non aver portato ad alcun riscontro».
Ed è proprio seguendo il filo logico della difesa, che a processo ha collocato gli spari e, quindi, l’uccisione di Tatiana tra le 18 e le 18.10, che la parte civile insiste nell’escludere la pista della rapina.
«Anticipando di mezz’ora l’omicidio – osserva –, il rapinatore avrebbe avuto tutto il tempo per toglierle di dosso i gioielli e l’orologio e svaligiare la casa. Dalla villa, invece, non è sparito niente». —
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