Omofobia e bullismo in Fvg: oltre cento denunce nel 2016

Il presidente di Arcigay Friuli, Nacho Quintana Vergara, ospite del Messaggero «Sarà un momento per le minoranze e gli etero: molti i diritti in ballo»

UDINE. Sfileranno per le vie del centro in un corteo multicolore come vuole la tradizione, ma l’Fvg Pride in programma il 10 giugno a Udine vuole essere molto di più di una parata. Da fine marzo ogni settimana ci sarà almeno un evento tra presentazioni di libri, concerti, spettacoli teatrali, film, convegni e flash mob. Perché l’obiettivo della manifestazione è quella di «stimolare un dibattito sul tema delle diversità», dice il presidente di Arcigay Friuli, Nacho Quintana Vergara, che è venuto a trovarci in redazione.

Ecco perché non si parla più di Gay pride, ma più semplicemente di Pride, orgoglio.

«Il Pride non è dedicato soltanto alla comunità Lgbtqia (che sta per (lesbiche, gay, bisex, transgender, queer, intersessuali, asessuali, rappresentando quindi tutte le “minoranze” a seconda della propria sessualità, ndr): le istanze che il comitato organizzatore vuole avanzare sono sempre più una rivendicazione trasversale – spiega Vergara, spagnolo di Madrid che da 5 anni vive a Udine –. Il Pride è una mobilitazione che coinvolge necessariamente tutte le componenti individuali e collettive della società civile nella rivendicazione e celebrazione pacifica dei valori universali contenuti anche nella dichiarazione universale dei diritti umani e che sono alla base dell’articolo 3 della Costituzione italiana».

Udine ospiterà il gay pride del Triveneto

In piazza quindi ci saranno gay e lesbiche, ma anche tanti eterosessuali e famiglie “tradizionali” che con la loro presenza, assicura sempre Vergara, «vogliono testimoniare semplicemente il diritto di ognuno di noi a essere se stesso».

Un diritto tutt’altro che scontato se pensiamo che la chat amica Lgbt solo lo scorso anno ha avuto oltre cento contatti. Persone vittime di discriminazione e violenza che hanno difficoltà a vivere con serenità la propria sessualità. Proprio per combattere ogni forma di bullismo omofobico Arcigay e Arcilesbica sono entrati nelle scuole con un progetto sostenuto dalla Regione che ha coinvolto dal 2009 a oggi 11 mila studenti. «Anch’io ho lavorato come volontario – racconta Vergara – e in quasi ogni classe sono emerse situazioni di disagio spesso legate anche al contesto familiare.

Fvg Pride, la manifestazione regionale a Udine

I giovani parlando con uno psicologo, un gay e una lesbica hanno modo di superare le categorizzazioni e si rendono conto che gay non è un insulto ma un termine che descrive la sessualità di una persona. Spesso ci è capitato di assistere a dei coming out: giovani che hanno trovato la forza per dichiararsi, un passaggio non semplice che una volta si verificava intorno ai 20-22 anni e oggi è anticipato a 15-16. Ci piacerebbe che ognuno fosse se stesso senza per questo essere costretto a soffrire».

E il modo migliore per riuscirci secondo gli organizzatori passa attraverso le sfilate, ma anche gli incontri e le conferenze proposte dal Fvg Pride che pure è stato criticato dai sindaci di Pordenone, Gorizia e Trieste e pure, esponenti udinesi di Fi e Forza Nuova e dal settimanale della Diocesi che, commentando il manifesto politico della manifestazione ha titolato: “Il Friuli triste dell’Fvg Pride”. «Ci aspettavamo le critiche e siamo pronti a discutere con tutti – conclude Vergara – con la consapevolezza che affermare i diritti di alcuni non significa toglierli ad altri».

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