Ora grandi sponsor ed eventi tutto l’anno

Pordenone dopo il successo della festa del libro con gli autori. Sedi per gli incontri: FriulAdria apre palazzo Cossetti

PORDENONE. Una manifestaizone di respiro nazionale che ha bisogno di vedersi riconoscere questo palcoscenico non solo dai media, ma anche dai partner che contano.

Partner economici che possono far fare a Pordenonelegge un altro balzo in avanti. Ne è convinta la fondazione, ma ne è convinto anche il Comune di Pordenone, che spinge poi per una programmazione articolata nell’arco dell’anno in modo da far diventare Pordenonelegge un vero brand del territorio.

La fondazione. Il vicepresidente della fondazione, Michelangelo Agrusti, alla vigilia dell’evento, aveva sollevato la necessità di spingere sempre più sulle sponsorizzazioni private e, all’indomani del successo dell’edizione 2016, ribadisce il concetto.

«Non si tratta solo di aumentare il numero degli sponsor, che comunque è cresciuto costantemente – spiega Agrusti –, ma di puntare in alto. Pordenonelegge, per il format e la qualità del prodotto che offre, può puntare a coinvolgere grandi operatori nazionali (penso a Enel piuttosto che Telecom e altri) perché questi possono avere un importante ritorno di immagine dalla manifestazione».

Il commercio punta su attività collaterali

L’altro aspetto secondo il vicepresidente riguarda la comunicazione. «Il festival è di grande appeal per i quotidiani nazionali e ora deve puntare anche alle grandi Tv, Mediaset e Rai».

Se sotto il profilo della direzione artistica e dell’organizzazione la manifestazione è in ottime mani, in prospettiva «bisogna lavorare anche sullo scouting che è un’attività che richiede tempo e dedizione. Personalmente credo poco nel mecenatismo delle aziende e credo semmai in progetti di partnership che diano un ritorno di immagine – aggiunge Agrusti – positivo per il privato».

Camera di commercio. Sul fronte della fondazione nelle prossime settimane si discuterà anche del tema della trasformazione della Camera di commercio di Pordenone (destinata a fondersi con un altro ente). «Il presidente Pavan è impegnato da tempo su questo versante – aggiune Agrusti –. Ritengo che per il 2017 non ci saranno problemi di sostegno da parte di Camera di commercio, ma già sul 2018 va aperto un ragionamento». Le strade del resto sono due: o il nuovo soggetto camerale prenderà il posto di Camera in fondazione oppure l’ente abbandonerà Pordenonelegge.

Sedi. Anche sul fronte delle sedi e degli spazi si è già aperto un confronto tra istituzioni. Il Comune rilancia sulla possibilità di utilizzare il complesso di Torre (bastia del castello e immaginario scientifico), ma anche piazzetta Calderari e altri spazi come per esempio il cortile interno del museo civico o la galleria Pizzinato (che dovrebbe essere usata per eventi e non più per mostre).

Anche Friuladria è pronta da dare il proprio contributo. «Come membro del Comitato promotore e partner storico del Festival stavamo ragionando da qualche tempo sulla possibilità di mettere a disposizione gli spazi al pianterreno di Palazzo Cossetti come sede di incontri – spiega il responsabile del Servizio Comunicazione e Soci di FriulAdria Crédit Agricole, Fabrizio Prevarin – Si tratta di una location prestigiosa e centrale che potrebbe fornire un valore aggiunto significativo.

Nel corso dell’edizione appena conclusa abbiamo visto che l’atrio del palazzo è funzionale all’organizzazione di incontri aperti al pubblico, come il momento che abbiamo voluto creare per i soci con lo scrittore spagnolo Javier Cercas. Non è escluso quindi che dall’edizione 2017, in accordo con la Fondazione Pordenonelegge, Palazzo Cossetti possa ufficialmente entrare nel novero delle sede di incontri».

Eventi nei quartieri. L’altro tema aperto, rilanciato dal Comune, è quello di sfruttare il brand Pordenonelegge tutto l’anno. Secondo l’assessore alla cultura Pietro Tropeano, «va creato un percorso con eventi spalmati nel corso dell’anno e diffusi anche nei quartieri, in modo che le giornate di settembre diventino il clou del festival: un progetto culturale della città e per la città».

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