Ora tutti potranno pescare in laguna: maranesi in rivolta

MARANO. Anche i non residenti detentori di licenza potranno effettuare la pesca sportiva nella laguna, raccogliendo fino a tre chili di pesce al giorno: e così scoppia la polemica nella cittadina della Bassa per il timore che tale regolamento vada a “usurpare” il diritto di uso civico di cui godono i maranesi dal 1031.
Va giù deciso il presidente della Cooperativa San Martino (15 imprese di pesca) Roberto Marani, il quale ricordando il diritto di uso civico di cui gode ogni maranese residente fin dalla nascita, sconcertato dal silenzio con cui questa norma è passata, evidenzia: «Vorremmo capire se questi diritti di uso civico ci sono ancora o se sono stati tolti. Se così fosse, come residenti, avremmo diritto a un rimborso vista la perdita che subiamo. Vorrei anche sottolineare le incongruenze che questa regola porta: se in una giornata vanno mille pescatori sportivi a pescare, ci rendiamo conto quale quantitativo di pesce questi portano a casa e quale sarà il danno economico che produrrà a noi professionisti? Non siamo contro la regolamentazione della pesca in laguna, ritengo però che queste regole vadano condivise e nessuno ha chiamato la categoria prima di legiferare».
Più cauto è invece Fabrizio Regeni, presidente della Cooperativa San Vito di Marano Lagunare (200 imprese di pesca): «Abbiamo saputo solo nel tardo pomeriggio di giovedì del mini-provvedimento approvato dalla giunta regionale e ratificato dalla seconda commissione, che regolamentano la pesca sportiva nella laguna. Nessuno ci ha interpellati in merito o chiamati per un confronto. Non commentiamo, ci riserviamo di farlo dopo i dovuti approfondimenti. Noi comunque seguiremo attentamente la questione e poi decideremo il da farsi».
Il diritto di uso civico datato 1031 riporta ai tempi in cui il “Privilegium Poponis” in Patriarca donò al Capitolo Aquileiese tutta una serie di beni. Nel 1420 il riconoscimento dei diritti di pesca in capo ai residenti di Marano fu confermato dall’Atto di dedizione a Venezia; atto ratificato anche nel 1795 dall’accordo tra il governo austriaco e quello veneziano.
L’amministrazione comunale di Marano ha già espresso parere negativo in merito e starebbe meditando altre azioni. L’assessore regionale alla pesca Paolo Panontin spiega che il provvedimento è stato preso per colmare un vuoto legislativo, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto sanzionatorio che non c’era, e sottolinea anche la possibilità di una convenzione con la Capitaneria di porto per aiutare i Comuni nei controlli e stabilire un numero massimo di uscite.
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