«Orgogliosi di avere accolto tanta gente»
CLAUT. La sede del gruppo Ana di Claut si affolla appena finiscono i discorsi ufficiali. Ad accogliere tutti è Danilo Parutto, 60 anni, già capogruppo a Claut dall’84 all’86, consigliere della sezione. Naia a Venzone nel 1973, è rimasto in prima fila nel gruppo di Claut, fra i più numerosi e attivi della provincia.
«Per preparare questa adunata – afferma – abbiamo affrontato 15 giorni di fuoco, senza tregua, ma ne valeva davvero la pena. Oggi abbiamo vissuto il momento più bello con tutta questa gente, migliaia di persone, che hanno invaso Claut. Ci sentiamo orgogliosi e pronti per la grande adunata nazionale a Pordenone. Oltre all’organizzazione della sfilata, noi di Claut siamo stati protagonisti di una cerimonia alla Forcella Clautana, dove abbiamo posato una targa a ricordo della resistenza opposta dai nostri nonni all’invasione austriaca e tedesca dopo la rotta di Caporetto. L’escursione fin lassù si è svolta alla vigilia della sfilata. Io ero stato assegnato alla preparazione delle cucine per il rancio, ma ho voluto salire lo stesso. Da giovanissimo sono stato fra coloro che hanno costruito il primo cippo monumentale che ricorda l’apertura della Strada degli alpini. Un foglio di carta con il mio nome, assieme ad altri venti nomi dei protagonisti dell’opera, è stato infilato in una bottiglia, murata sotto il cippo. Non potevo mancare alla posa della nuova targa dell’aministrazione comunale e del gruppo Ana di Claut».
Distano poco dalla sede le cucine da campo, in piena attività per servire il rancio a centinaia di penne nere. Con la calma dei forti e il sudore dei lavoratori, Gianni Antoniutti, 64 anni, cappello d’alpino sempre in testa, veste la divisa della protezione civile e dirige, come un maestro d’orchestra, i volontari.
Naia nel 1970–71, corso allievi ufficiali ad Aosta, sottotenente a Pontebba, Antoniutti, capogruppo a Montereale, come tanti suoi compaesani ha la vocazione del cuoco. «Faccio questo lavoro con passione – afferma Gianni – non solo alle adunate alpine, ma anche per la protezione civile».
Quale responsabile della sezione provinciale per la protezione civile, ha portato aiuti in Armenia nel dicembre 1988, in Kosovo nel 2000 ed è accorso sia all’Aquila sia in Emilia. «In tutte le emergenze – conclude – come in tutte le ricorrenze come questa, bisogna assicurare colazione, pranzo e cena».
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