Osoppo, manca l’energia nell’allevamento: a rischio quattro milioni di trote

In ballo diversi milioni di euro». Lo sfogo di Flavio Ceneda, responsabile dell’allevamento di trote “Erede Rossi Silvio”

OSOPPO. «Da giovedì 10 agosto cerchiamo di contattare qualcuno per avere indicazioni sulla tempistica dell’intervento di riparazione della linea elettrica. Ma niente. Siamo senza corrente dalle 17.30 di quel giorno e nessuno ha saputo aiutarci.

Qui, però, c’è un’azienda che, con i suoi oltre quattro milioni di trote, rischia tutto, per un valore di diversi milioni di euro». Questo lo sfogo di Flavio Ceneda, responsabile dell’allevamento di trote “Erede Rossi Silvio” che si trova a Osoppo, in via Molino del Cucco.

«Abbiamo chiamato tutti – ha sottolineato il portavoce della ditta –, dall’ente che gestisce il servizio ai vigili del fuoco, dagli uffici del prefetto ai carabinieri, sindaco compreso.

Ma siamo ancora senza luce e cerchiamo di andare avanti con il nostro generatore, per non far morire il pesce. Ma se questo smettesse di funzionare, cosa succederebbe? Ormai per noi oggi – ha aggiunto lo stesso Ceneda – è il terzo giorno di difficoltà».

L’elettricità in un’azienda di troticoltura, serve a garantire le operazioni di ossigenazione dell’acqua di ciascuna vasca. In assenza di tale procedura i pesci ovviamente muoiono.

«Per cercare di limitare il consumo di ossigeno abbiamo temporaneamente sospeso l’alimentazione. Infatti quando le trote mangiano il livello di ossigeno si abbassa notevolmente. Ma, come si può ben comprendere, si tratta di una cautela che può durare poco.

Ecco perché – ha concluso – ci rivolgiamo alle istituzioni affinché intervengano al più presto. Quello che più ci preoccupa è non essere ascoltati da nessuno, ne deriva un incredibile senso di frustrazione e di incertezza.

In fondo si tratta solo di sistemare i tre fili elettrici che il giorno della bufera sono stati danneggiati dalla caduta di un pioppo. Sono appunto i fili che alimentano la “Erede Rossi”, mentre nelle zone circostanti la corrente c’è».

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