Ospedale, intervento innovativo: biopsia ai polmoni con crio-sonda

Tessuto congelato con l’anidride carbonica e prelevato senza l’apertura del torace del paziente. Pordenone tra i pochissimi centri in Italia ad attuare questa tecnica grazie all’equipe di Mazza

PORDENONE. E’ stata eseguita all’ospedale di Pordenone per la prima volta una biopsia polmonare con una crio-sonda. Il tessuto viene congelato con l’anidride carbonica e prelevato. Questo consente di avere meno sanguinamento e avere campioni più grandi da sottoporre alle analisi.

La tecnica è nuova, in Italia viene praticata in pochi centri e permette di ottenere adeguate biopsie del tessuto polmonare per la diagnosi di una particolare serie di patologie, dalle interstiziopatie polmonari alle neoplasie bronchiali, con rischio minore rispetto alle biopsie tradizionali.

«Fino a ora – ha spiegato il primario del reparto di pneumologia, Francesco Mazza – l’unica possibilità di arrivare ad una diagnosi certa in alcuni ambiti di patologia, che necessitano di un prelievo del tessuto polmonare più periferico, era la biopsia chirurgica a torace aperto, molto più indaginosa, un vero e proprio intervento chirurgico, con costi molto più elevati e con maggiori rischi per il paziente».

Con la nuova tecnica la procedura è molto più sicura: viene eseguita introducendo una sonda spinta fino al tessuto polmonare da prelevare, raffreddato per pochissimi secondi, da tre a sei.

Poi l’asportazione del tessuto. Questo metodo ha il vantaggio di fornire frammenti di tessuto circa tre volte più grandi rispetto a quelli ottenibili con le pinze normalmente utilizzate fino ad oggi.

I vantaggi sono evitare l’apertura del torace del paziente e minori rischi di sanguinamento. Il paziente viene sedato, ma svegliato al termine dell’intervento, effettuato in sala operatoria.

«La criobiopsia – ha proseguito il primario – è una procedura molto più sicura, consente di ottenere campioni adeguati di tessuto polmonare da esaminare, con una degenza nettamente meno prolungata».

La degenza è di circa un giorno. La nuova tecnica sia per la durata della degenza sia per il fatto che non prevede l’apertura del torace comporta meno disagi per i pazienti che vi si devono sottoporre e un costo minore per le casse del servizio sanitario regionale.

Questa nuova tecnica è stata possibile con l’acquisto di nuove attrezzature recentemente acquisite dall’Aas 5.

«Con l’acquisto di questa nuova attrezzatura – ha spiegato Mazza –, assieme alla possibilità di utilizzare un ecografo endobronchiale di ultima generazione, e all’ultimo recente arrivo della video-broncoscopia ad alta definizione, la pneumologia di Pordenone si pone ancora una volta all’avanguardia tecnologico-scientifica nel panorama nazionale».

Solo pochi centri in Italia hanno a disposizione la tecnologia per procedere a questo tipo di pratica: se ne calcolano 5 o 6. «Questa è un’altra dimostrazione – ha commentato il direttore generale della Aas 5, Giorgio Simon – che Pordenone è un hub vero».

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