Ospedale, l’acqua non è potabile: bottiglie a tutti i pazienti

UDINE. Acqua non potabile in due padiglioni dell’ospedale Santa Maria della Misericordia. L’allarme è scattato ieri mattina in seguito a una serie di controlli effettuati sulla rete idrica che la direzione aziendale dispone periodicamente per monitorare la qualità delle acque. Le analisi effettuate sui campioni prelevati dai tecnici dell’ospedale hanno evidenziato la presenza di cariche batteriche.
«A seguito del riscontro durante i normali controlli di routine di minime quantità di un metabolita da degradazione di sostanze chimiche nell’acqua potabile, a scopo cautelativo è stato vietato l’utilizzo dell’acqua di rete per il solo uso alimentare, mentre é normalmente consentito l’uso per l’igiene personale» fa sapere la direzione, che ha provveduto ad appendere cartelli nei vari reparti e ad avvisare i degenti che l’acqua non è potabile.
Se da un lato i pazienti possono utilizzare l’acqua per lavarsi i denti, le mani e provvedere all’igiene personale, dall’altro, però, l’acqua dei rubinetti non può essere bevuta.
Si tratta di una misura di sicurezza che verrà mantenuta fino a quando non sarà fatta chiarezza sull’origine e l’entità della contaminazione.
Già dal mattino la direzione dell’ospedale ha provveduto alla fornitura di bottiglie d’acqua minerale che sono state distribuite a tutti i degenti.
«Sono in corso gli interventi tecnici sulla rete idrica interessata – informa la direzione ospedaliera – e, a breve, si ritiene che potrà essere ripristinato il normale uso potabile».
Il problema, al momento, è limitato al padiglione 6, quello nel quale sono sistemate le degenze dei Pensionanti, che ospita anche l’Ostetricia e la Ginecologia, e nel padiglione Petracco, dove invece ha sede la Patologia neonatale.
I tecnici si sono messi al lavoro sin dal primo mattino per individuare l’origine della contaminazione ed eliminare il problema alla fonte. Un’ipotesi molto probabile è che tali impurità siano finite nelle tubature per la distribuzione dell’acqua a causa dei cantieri che ancora sono attivi in ospedale.
Le verifiche sono state disposte sull’intero impianto idrico. Frattanto, i campionamenti verranno ripetuti nelle prossime ore per valutare le concentrazioni e, se del caso, si provvederà anche alla clorazione.
Un problema simile si è verificato nell’ottobre del 2014, quando la presenza di coliformi fecali fu individuata in cinque diversi punti del complesso ospedaliero. I cartelli che indicavano “acqua non potabile” sono apparsi nei reparti di Medicina d’urgenza e in una delle Mediche, lo stesso problema si era presentato nella cucina della Chirurgia plastica.
Come da protocollo, i campionamenti sono stati ripetuti ogni 12 ore e la progressiva diluizione dei batteri ha consentito di risolvere l’emergenza nell’ambito di pochi giorni.
In quell’occasione, si è compreso, all’origine della contaminazione c’era una perdita generata dagli interventi di manutenzione che si erano resi necessari sulla linea di distribuzione idrica. Erano stati infatti sostituiti i giunti dell’impianto in seguito a una perdita che si era verificata al quarto piano dell’ospedale nuovo.
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