Ospedale, scoppia la grana dei terreni
PORDENONE. I prati della Comina, una distesa d’erba baciata dal sole, sono stati lo scenario dell’ultimo tratto della passeggiata organizzata dal comitato referendario da via Montereale al sito destinato a ospitare il futuro ospedale. Ma è proprio l’esproprio di quelle distese di terreni agricoli uno dei nodi centrali del dibattito. A dirlo chiaramente, al termine del percorso a tappe condotto dall’urbanista Moreno Bacchichet e seguito, nella prima parte, da circa 200 persone, è stato Giovanni Zanolin del Ponte.
Grana terreni. «Una fase delicata sarà quella dell’esproprio - ha detto – visto che la proprietà Romor-Riccio Cobucci si è affidata a un bravissimo avvocato amministrativista che di sicuro farà in modo di tutelare gli interessi dei proprietari e probabilmente in sede di variante non si tratta di modificare la destinazione solo dell’area strettamente destinata all’ospedale ma sarà una partita più complessa». Secondo Zanolin riguarderà anche le aree limitrofe dove potrebbero essere rilasciate «concessioni per realizzare per esempio un albergo o aree commerciali».
I proprietari. Non tutti hanno interesse a cedere i terreni. Ieri alla marcia c’era anche Francesco Raengo, espressione dell’altra proprietà destinata a essere espropriata. «Sono qui perché quest’operazione è una follia - ha detto - un consumo inutile del suolo». I suoi terreni sono affittati e coltivati. Un contatto con l’amministrazione l’ha avuto quando è stato comunicato ai proprietari il vincolo a quelle aree, preliminare all’esproprio.
I costi. Come hanno ricordato i referendari, i soldi per l’esproprio dei terreni – circa 20 ettari – non è mai stato quantificato. Le cifre che sono state riportate, invece, sono quelle relative alle opere di viabilità, 3,5 milioni di euro, alla rete di sottoservizi, 1,5 milioni stanziati dall’Ato, il canone del progetto di finanza, circa 3 milioni l’anno.
Consumo di suolo. «Guardate questi terreni, è un suolo che non tornerà più se sarà consumato» ha detto Bacchichet e che potrebbe essere preservato se, come spiegato dall’urbanista facendo tappe apposite al parcheggio dell’ospedale, ai magazzini comunali e alle casermette, si utilizzasse terreno già di proprietà pubblica e già infrastrutturato. «Tra l’area del parcheggio, le casermette e il magazzino comunale - ha detto - sono a disposizione circa 20 ettari. Se a questi si aggiunge la Mittica ci sono altri 12 ettari».
Il vuoto urbano. Quello che preoccupa il comitato è la desertificazione dell’ambito di via Montereale. «Visto che Ciriani dice che l’ospedale va fatto fuori dal centro città, perché la sede della Provincia non è stata costruita all’esterno ma in centro?» è stata la provocazione dell’urbanista. Ma non la sola. «Succederà quanto accaduto col cotonificio Amman, oggi fuori dalla nostra visuale. Pur essendo degradato è utile ai proprietari come investimento finanziario quindi non c’è urgenza di recuperarlo».
Referendum. A Michele Negro il compito di ricordare le 350 firme già raccolte a sostegno del quesito referendario e il fatto che «entro venti giorni attendiamo la risposta della commissione che dovrà esaminarlo. A maggio la raccolta delle firme».
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