Ospita una minorenne e abusa di lei, a giudizio

Un sudanese residente a Udine deve rispondere di violenza sessuale e minacce

UDINE. Aveva litigato con la sorella e per questo motivo aveva chiesto ospitalità a un amico molto più grande di lei che però ha approfittato della situazione cercando di abusare di lei. Non solo. Nei giorni seguenti l’uomo, Saleh Ali, sudanese di 37 anni residente a Udine, ha anche minacciato la ragazza per telefono.

Da qui le accuse mosse dalla Procura della Repubblica. Il pubblico ministero Claudia Finocchiaro ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per Ali con le accuse di violenza sessuale e minacce e il gup Francesco Florit ha accolto la richiesta dell’accusa fissando la prima udienza per il prossimo 8 ottobre.

La notte da incubo vissuta dalla ragazza risale invece al 9 aprile dello scorso anno quando aveva ancora 17 anni. è stata la stessa ragazza a denunciare l’accaduto prima parlandone con i Servizi sociali e poi presentando una querela ai carabinieri che si sono poi occupati delle indagini.

Secondo quanto riferito dalla ragazzina anche in passato Ali, con il quale aveva una rapporto di amicizia che durava da 3-4 anni, si era fatto avanti con delle avance che lei aveva sempre respinto dicendo che era troppo giovane e di religione musulmana.

L’uomo di fronte ai rifiuti di lei non aveva mai reagito in modo violento facendole quindi presagire quanto poi è accaduto il 9 aprile quando la ragazza gli ha chiesto di essere ospitata nel suo appartamento dopo un litigio avuto con la sorella.

Nella sua abitazione Ali non ha accettato il rifiuto e ha tentato più volte di violentare la ragazza costringendola a spogliarsi e minacciando anche di fare del male alla sorella.

I tentativi sarebbero falliti solo per il fatto che la ragazzina, terrorizzata, era completamente immobile e piangeva disperatamente. Nei giorni seguenti Ali ha anche inviato diversi sms miancciosi alla ragazza dicendole che si sarebbe vendicato del fatto di essere stato solo un amico per lei.

Per l’avvocato difensore Federica Donda, che peraltro non è ancora riuscita a confrontarsi con il suo cliente, ci sarebbero però dei dubbi sull’identità dell’uomo.

«La ragazza parla di un tale Ali di 24 anni, ma il mio cliente all’epoca dei fatti ne aveva 36 e non è mai stato fatto un riconoscimento nemmeno fotografico. Il fatto che il telefono da cui sono partiti i messaggi sia intestato a lui non significa che lo abbia usato lui».

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