Otto anni fa l'omicidio Tulissi. Il post del fratello: "Verità per Tatiana"

Marco Tulissi su Facebook chiede giustizia per la sorella uccisa otto anni fa, nel cortile della villa di Calligaris, a Manzano
Villanova del Judrio 09 novembre 2013 mamma tatiana Copyright Petrussi Foto TURCO
Villanova del Judrio 09 novembre 2013 mamma tatiana Copyright Petrussi Foto TURCO

MANZANO. Verità per Tatiana Tulissi. 11 novembre 2008. Noi non dimentichiamo». Dal giorno dell’anniversario dell’omicidio della giovane donna trovata priva di vita dall’imprenditore Paolo Calligaris, allora suo convivente, davanti alla villa di Manzano, il fratello Marco Tulissi ha deciso di chiedere giustizia anche fuori dalle aule dei tribunali.

L’ha fatto postando sulla sua pagina Facebook un post inequivocabile: Verità per Tatiana Tulissi». La formula è quella utilizzata per il caso Regeni anche se la famiglia Tulissi non ha ancora intenzione di estendere la protesta in ogni luogo. Preferisce far girare il messaggio tra amici e conoscendo per cercare di sensibilizzare gli inquirenti a trovare il colpevole. Al momento Calligaris risulta nuovamente iscritto, in qualità di unico indagato per l’ipotesi di reato di omicidio volontario.

Otto anni di attesa sono tanti, troppi per la madre della vittima, Meri Conchione, e per i due fratelli gemelli, Marzia e Marco. «Chiediamo solo di sapere chi ha ucciso Tatiana, glielo dobbiamo». Meri è stanca di aspettare, «mio marito non ce l’ha fatta più e due anni fa se ne è andato pure lui, aggiungendo lutto a lutto» racconta con il dolore che le spezza la voce. «Vogliamo la verità - ripete Meri Conchione -, sappiamo bene che non sarà quel nome a cambiare la realtà, ma a Tatiana dobbiamo giustizia».

Lo stesso sostiene da anni l’avvocato, Laura Luzzatto Guerrini, che difende le parti offese. «La famiglia vuole dare un volto all’assassino di Tatiana e con quel post invita chi sa qualcosa a farsi avanti».

Il legale non si sbilancia, preferisce attendere i risultati delle indagini in corso che nelle scorse settimane hanno portato a un nuovo sequestro della villa. Ora l’immobile è dissequestrato, ma dal provvedimento di restituzione è rimasta esclusa la parte indicata dagli inquirenti quale luogo del delitto: il cortile di pertinenza dove si ritiene che la giovane, che aveva 36 anni, sia stata uccisa, i posti auto coperti ad esso adiacenti e la relativa rampa di accesso al piano seminterrato, la stanza dove è stato rinvenuto il corpo e i due locali attigui e tutti comunicanti tra loro.

A cercare di mettere ancora una volta in ordine i pezzi del puzzle sarà la serie di accertamenti su reperti in sequestro che il pm Marco Panzeri, ha chiesto siano eseguiti nella forma dell’incidente probatorio (istituto che consente di anticipare alla fase delle indagini preliminari l’acquisizione di una o più prove). L’incarico per la redazione di una perizia tecnica è stato assegnato pochi giorni fa.

A occuparsene saranno il capitano Fabiano Gentile e i marescialli Valeria Pirocchi e Giuseppe Vaccaro, tutti del Ris di Parma. Per la difesa dell’indagato, scenderanno in campo il professor Paolo Fattorini e la dottoressa Solange Sorcaburu Ciglieri, dell’istituto di medicina legale dell’università di Trieste. L’avvocato Luzzato Guerrini, si è riservata la nomina. Le operazioni peritali cominceranno il 30 novembre, nei laboratori di Parma, e le parti si ritroveranno il 30 marzo 2017 per l’esame dei periti in contraddittorio.

Il tempo dell’attesa, insomma, non è affatto concluso per la famiglia Tulissi che, in tutti questi anni, non ha mai smesso di far sentire la sua voce. Il messaggio su Facebook ha proprio questo scopo: sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di un omicidio che non può restare irrisolto.

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