Ottomila alpini dal Friuli sfilano sotto il Duomo di Milano: «Siamo l’orgoglio dell’Italia»

MILANO. Alla fine anche la gente della città più cool d’Italia si è messa a bordo strada, lungo i 2, 3 chilometri tra porta Venezia, corso Matteotti, via Orefici e Dante sino a largo Cairoli, per applaudire le 80 mila penne nere che hanno sfilato a chiusura della tre giorni di adunata del centenario dell’Ana. È stato un crescendo di curiosità, per milanesi e turisti, tanti anche stranieri, che hanno visto sfilare l’Italia, dal Sud all’Est – applauditissimi gli 8 mila friulani al grido di “Julia! ” – dal Centro all’Ovest, all’ombra del Duomo.
LA BANDIERA DELLA JULIA. Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha reso gli onori alla bandiera di guerra del 5° reggimento alpini (che dipende dalla Julia) scortata da tre compagnie e dalla fanfara di Udine. Poi la sfilata, una storia tra le storie degli uomini che servono o hanno servito lo Stato e hanno indossato un cappello mai più appeso al chiodo. È stata la festa della più grande associazione d’arma d’Europa, oltre 350 mila iscritti, un viaggio tra testimonianze di umanità, generosità, solidarietà aperto dagli alpini in armi, dagli atleti paralimpici, da quelli residenti all’estero.
FRIULANO DAL CANADA. Rappresentanti di Zara, Pola, Istria («anche gli italiani sanno cosa significa essere profughi»), penne nere sparse nel mondo che sono rientrate dal Cile all’Argentina, dal Sudafrica al Belgio. Dal Canada è tornato Gino Vatri, nato a Gorgo di Latisana il 4 gennaio 1945, che oltreoceano ha fondato la rivista “Alpini in trasferta”.
IL PUBBLICO. Tanti, dunque, si sono assiepati lungo le transenne. Stefano Nadalutti è alpino, è di Udine ed è tra quelli. Non sfila: «Non sono iscritto all’Ana». Freme, per non essere oltre quel limite, tanto che ammette: «Ho già deciso che mi iscriverò e il prossimo anno sfilerò anche io, socio di Udine est». Pino Schirru è di origini sarde e abita a Bovisio Masciago, dove dirige il Coro Cai. «Siamo stati in tour in Friuli sa? A Spilimbergo, Cordenons, Villa Manin, Lignano. E siamo rimasti in contatto e oggi sono qui, ad applaudire gli alpini friulani».
IL MINISTRO DELLA DIFESA. Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, accompagnata dal capo di stato maggiore della Difesa generale Enzo Vecciarelli, ha voluto essere presente sin dall’inizio dell’adunata. Salutando il pubblico assiepato lungo le transenne, un alpino l’ha invitata a indossare il cappello alpino. «Il cappello – ha risposto – lo mettono solo gli alpini e io non lo sono». Risposta a distanza al collega agli Interni Matteo Salvini che il giorno prima il cappello in testa ce l’aveva, alla Cittadella, cantando una canzone in memoria di una penna nera caduta. «Gli alpini – ha aggiunto Trenta – sono il simbolo dell’Italia che si è riunita, che ha affrontato due guerre, ne è uscita e si è ricomposta. Continuano a essere un simbolo molto importante del nostro Paese».
IL CAPO DELLO STATO. Sergio Mattarella ha inviato un messaggio in occasione del centenario dell’Ana, «una ricorrenza di cui l’intero Paese va orgoglioso. La testimonianza offerta quotidianamente nell’attività associativa dagli alpini in congedo è per tutta la società esempio luminoso di volontariato e motivo legittimo d’orgoglio».
I PRESENTI. Sul palco, oltre al ministro Trenta e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, c’erano il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, del Veneto Luca Zaia, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Tra i vertici militari il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Salvatore Farina, il comandante delle Truppe alpine, Claudio Berto e il generale Claudio Graziano, presidente del Comitato militare dell’Unione Europea.
I NUMERI. «La stima di 500 mila presenze – sottolineano gli organizzatori – è credibile, anche perché molti sono arrivati in giornata». A vigilare sulla manifestazione sono stati 600 uomini delle polizia locale in più. Tutti gli alpini hanno reso omaggio a Iroso, l’ultimo mulo morto a 40 anni alcune settimane fa. La sezione di Vittorio Veneto ha fatto sfilare, sopra il tricolore, il suo basto.
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