“Pablo cafè”, Sanremo esalta la band friulana

Il gruppo di Codroipo, prodotto da Ghiro Records, riceverà in Riviera il premio Afi per la migliore formazione emergente

UDINE. Dai bar decollano carriere. I Pablo café sono già in volo. Atterraggio previsto dei tre musici codroipesi specializzati in soul/funky, settimana prossima a Sanremo. Migliore band emergente. Si beccheranno il mitico premio Afi. Da anni i boys della Bassa si scambiano note al caffè Pablo.

Si tracanna una birretta e l’idea spunta fuori. Con la naturalezza del luppolo. Meglio se il locale è tipicamente paesano. È mille volte più aggregante di quello cittadino, dove è d’obbligo il rapido attraversamento e la bevuta in piedi. Le Certe notti del Liga al Bar Mario significano pur qualcosa, o no?

Prendendo l’oggi fra tacca e mirino puntiamo in zona Bassa friulana, a Codroipo. Il caffé Pablo se ne sta in piazza Garibaldi. Gente che va, gente che viene. E gente che si ferma a buttare giù dei pensieri. O dei progetti, succede. Simon, Luca e Andrea bazzicano da quelle parti. Si conoscono già per un amore condiviso. Decidono di farsi band. Simon Pico (voce e chitarra) ha tutta l’intenzione di vuotare il sacco. Da solo.

Gli altri due si fidano. È il vecchio della ghenga. Ventiquattro anni. «Mi sono messo a suonare nel 2004. Inizi dei più classici. Lo fai senza un perché definito, ti piace e basta. Se poi non funziona ti fermi lì, hai imparato qualcosa e lo conservi per quando serve».

I compagni di viaggio adottano più o meno la stessa strategia. Luca Longo, ventunenne futuro ingegnere, che ha imbracciato il basso e gli è piaciuto e Andrea Faggiani, sempre 21, con in camera una ricca raccolta di tomi di giurisprudenza accanto alla batteria, naturalmente. Sono in tre, erano in quattro. Potrebbero ritornare a una formazione a quattro. Insomma, si sperimenta. «Matteo Da Ros è la chitarra in più che ci manca. Siamo agli inizi della collaborazione».

Farsi largo nella selva oscura dell’italian music è impresa sempre più titanica. Spuntano suonatori come porcini nel bosco di querce. Ci si sgomita, si prova con i talent, ognuno cerca ossigeno. Non pochi quelli che non ce la fanno, un numero sparuto raggiunge l’Eden. Lo sottoscrive uno dall’orecchio fine, David Marchetti dell’etichetta friulana “Ghiro Records”.

Tra i successi del passato quella Doppiamente fragili scritta con Luca Paolo Chiavarelli e cantata da Anna Tatangelo che vinse Sanremo 2002. Il mestiere prevede ampia raccolta di fenomeni. «Ho portato a Udine l’esperienza raccolta in tanti anni romani. I Pablo café hanno il tiro giusto e punto sul prossimo ep in uscita».

A questo punto della storia bisogna alzare il volume e capire il senso del flusso musicale. Simon non si sbilancia. «Fluttuiamo fra soul/funky/pop». Be’, magari a qualcuno assomigliate? «Ispirazioni, ecco, tipo Red Hot Chili Peppers, ma assolutamente non somiglianze».

Il momento dello strambata è una festa. Un po’ di roba scritta in casa, qualche cover e tutto fila. «Ci chiamavamo Only for two nights, non pensavamo di andare oltre le due notti sul palco. Invece capita di sbattere contro il The Groove Factory Contest. Lo vinciamo. Si va avanti». Galoppando veloci si giunge al primo prodotto vero, Indispensabile.

«Il regista Andrea Della Costa - racconta Simon - si mette dietro la cinepresa e prende forma un video piuttosto originale, girato a mollo nel Tagliamento con tanto di riprese subacquee. Arriva il premio Mediastars, diciamo il riconoscimento tecnico per le pubblicità». Tutto serve per prendere lo slancio. Pare che in Italia non basti essere in gamba per scalare le montagne.

Poi in cima ti ritrovi il cretino con le scarpe da tennis. Comunque, i Pablo café non hanno la spocchia dei metropolitani e se Leopoldo Lombardi, presidente dell’Associazione Fonografici, acchiappa un aereo e sale a Udine per conoscerli, lo fa convinto. E se ne torna indietro con un certezza.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto