Pagnacco, anziana derubata in casa dal “vucumprà” finto amico di famiglia
PAGNACCO. Va in Posta a ritirare contanti, li deposita in un cassetto della cucina, poi apre la porta a una persona a lei ben conosciuta, un marocchino che da anni frequenta la sua famiglia. Stavolta però l’ospite non si accontenta di un caffè e, distratta la padrona di casa con una scusa, la deruba di 2.700 euro dandosela a gambe.
È accaduto l’altra mattina a Pagnacco, nella piazza del paese, a una donna di 71 anni: si era fidata di quell’amico “vucumprà” che spesso si recava da lei o all’officina del marito a vendere la merce, ma soprattutto a chiedere biscotti e yogurt.
Niente lasciava immaginare un epilogo così infelice di quello che sembrava un rapporto di solidarietà. Adelina alleggeriva le sue giornate di solitudine con queste visite, donando con altruismo persino lenzuola e omogeneizzati per i figli di Amed Rebroub, 38 anni, marocchino senza fissa dimora, «e questo è il ringraziamento. Sono stata un’ingenua», si duole.
L’uomo è stato acciuffato dai carabinieri, avvisati da una vicina dell’anziana e giunti tempestivamente sul posto con una pattuglia della caserma di Feletto, guidata dal maresciallo Alessandro Campagnolo, una di Fagagna e gli uomini del Nucleo operativo giunti da Udine con una pattuglia civetta.
I militi dell’Arma hanno chiuso le vie che conducono alla piazza individuando rapidamente l’uomo e bloccandolo. Recuperato il denaro, che aveva nascosto nel borsone con la merce, il maghrebino, già noto per piccoli precedenti, è stato arrestato per furto aggravato in abitazione. Processato per direttissima, ieri la sua permanenza in carcere è stata confermata.
Soddisfazione da parte dei vertici della compagnia di Udine che si sono complimentati con i suoi uomini sottolineando l’importanza di un’immediata segnalazione di fatti analoghi alle forze dell’ordine, che l’anziana ringrazia di cuore: «Sono stati efficienti, veloci, bravissimi.
Era come di famiglia. Abbiamo sempre comprato tanta roba da lui, mio marito ha l’armadio pieno di tante di quelle maglie che non sa più dove metterle. Diceva di avere famiglia in Marocco; io sono sempre sola, non ho amici, volevamo solo fare una buona azione. Passava due-tre volte a settimana, gli offrivo qualcosa da bere e da mangiare. A volte, però, mi chiedeva alcol; si faceva vedere gentile e mi ringraziava dicendomi “sei buona”, invece era falso. Gli ho dato così tanto, per anni, ed ecco il risultato».
A parte insistenza e invadenza, Adelina non aveva mai notato nulla di strano in Amed, fino all’altra mattina: «Avevo appena prelevato 2 mila euro dal mio conto alle Poste per pagare gli effetti bancari dell’officina; li ho messi in una busta con circa 800 euro, con cui dovevamo saldare un collaboratore di mio marito, conservandoli in cucina, in un cassetto sotto al forno elettrico.
Dopo 10 minuti ha suonato alla porta il marocchino ed è entrato in casa come sempre. Mi ha detto: “Fammi vedere quelle brocche d’argento che hai in salotto”. Ma io sono tanto sotto peso, faccio fatica a muovermi, ma lui insiste e intanto resta in cucina. Poi se ne va e quando vado a prendere i soldi per la spesa mi accorgo che la busta è sparita». Adelina si dispera, scende in officina e avvisa il collaboratore del marito, in quel momento assente.
«Mi sentivo svenire – riferisce –, pensavo alla reazione di mio marito, già una volta mi ero fidata di una signora a cui avevo dato 5 mila euro. Mi faceva pena, l’avevano buttata fuori di casa, ma quei soldi non mi sono stati mai resi».
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