Palazzo Piani è rinato, ospiterà 20 alloggi

Gradisca: nell’edificio sono stati ricavati anche uffici, sei unità destinate al commercio e magazzini
GRADISCA. Cambia il volto del centro di Gradisca. O meglio all’altra faccia di piazza Unità, quella non interessata dalla pedonalizzazione. Il 2017 doveva essere il suo anno e così è stato: stiamo parlando della riqualificazione di palazzo Piani.


Sede dell’ex omonimo mobilificio, l’intervento di iniziativa privata era chiamato a dare nuovo respiro, non solo estetico, al centro storico della Fortezza e all’altro versante di piazza Unità, quello che guarda alla Spianata e ai giardini pubblici. Il maquillage di palazzo Piani, un iter che dopo oltre 10 anni ha visto la luce (e dove per anni si era focalizzata l’attività di Giulio Piani, titolare dello storico ex mobilificio sorto nel ’53) è imponente. L’immobile misura circa 4 mila metri quadrati distribuiti su quattro piani. Ospiterà una ventina fra appartamenti (tra cui due eleganti attici) e uffici oltre a sei unità destinate al commercio e altrettanti magazzini.


Per la sua progettazione è stato coinvolto l’architetto friulano Alessio Princic, mentre la realizzazione del concept artistico è stata affidata al pittore-scultore Giorgio Celiberti. Un piccolo gioiello in bilico fra tradizione e modernità che potrebbe avere una ricaduta positiva su tutto il salotto cittadino, rivitalizzando il versante della piazza meno popolato da negozi e raffinati alloggi.


“Abitare l’arte” è lo slogan scelto per questa preziosa architettura e che ha coinvolto il maestro Celiberti, chiamato a “firmare” il nuovo Piani. Tutto ciò ha fatto sì che l’intervento non potesse prescindere dalle qualità storiche e architettoniche del contesto, spingendo verso un progetto che contemplasse la storia e l’arte unite alla modernità. Dell’architetto Alessio Princic l’intuizione di realizzare un nuovo “vestito” per il palazzo: la facciata, finalmente visibile ai gradiscani – che a dire il vero sul gradimento estetico paiono già divisi – è formata da fasci di strisce di alluminio dorato/brunito che intrecciandosi formano un tessuto geometrico. La maglia appare dall’esterno elegante e protettiva; vista da dentro si presenta leggera, quasi impercettibile alla vista verso il parco e il teatro.


Un potenziale egualmente interessante per lo sviluppo della zona viene dal vicino mercato coperto, alienato dall’allora giunta Tommasini ai privati. L’immobile dovrà avere una destinazione commerciale mentre il direzionale, quindi eventuali uffici, non potrà superare il 20 per cento della superficie.


Secondo alcune ipotesi progettuali potrebbe essere destinato a locale pubblico, ristorante o caffè d’arte pasticceria con tavoli all’aperto, diventando un polo attrattivo da oltre 400 metri quadrati a due passi dai giardini pubblici.


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