Palmanova rievoca la sua storia - FOTO

Borghi cittadini imbandierati alla due giorni. Per la kermesse di fine estate attesi anche gruppi stranieri
Udine 14 luglio 2013 rievocazione Telefoto Copyright Petrussi Foto Press /turco
Udine 14 luglio 2013 rievocazione Telefoto Copyright Petrussi Foto Press /turco

PALMANOVA. I tre borghi cittadini imbandierati con i colori delle città di cui portano il nome (Aquileia, Cividale e Udine) e una piazza con i drappi amaranto appesi alle finestre delle case: così la fortezza di Palmanova ha accolto sabato e domenica turisti e visitatori per la tradizionale Rievocazione Storica.

Quest’anno la manifestazione si è svolta in tono minore per la decisione degli organizzatori di sdoppiare l’evento mantenendo a luglio il ricordo del primo innalzamento del gonfalone della Serenissima al centro della piazzaforte e spostando invece al primo week end di settembre (quando ci sarà meno caldo e i turisti meno attratti dal fine settimana al mare) il grosso delle iniziative e la partecipazione dei gruppi storici provenienti da altre zone d’Italia e dall’estero.

In tale occasione sarà riportato in vita un altro episodio della storia della fortezza: la partenza delle truppe per le guerre gradiscane nel 1615. La Rievocazione Storica si è aperta sabato sera, con la presentazione da parte dei figuranti in costume secentesco, di alcune ambientazioni riemerse dal passato per culminare alle 22,30 con lo spettacolo a cura del gruppo Storico Città di Palmanova in collaborazione con il teatro della Mandragola: scene di vita di taverna, tra balli popolari e di corte, piatti d’epoca, duelli e schermaglie…

Domenica mattina la città ha vissuto l’aspetto più strettamente religioso della Festa del Redentore, suo patrono. Durante la messa solenne, l’arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzocato, alla presenza delle autorità civili e militari e dei figuranti, ha richiamato l’attenzione dell’assemblea sul reale significato della Festa, quando Venezia, messa in ginocchio dalla peste, decise di scegliere la fede nel Cristo Redentore quale unico elemento di certezza e stabilità in una situazione difficile e precaria.

Fu proprio in occasione della festa patronale del 1602 che il Provveditore Generale Girolamo Cappello diede l’ordine di issare, per la prima volta, l’emblema con il leone marciano, simbolo della madre Venezia, al centro della fortezza. Ed è questo il fatto che anche ieri è stato rievocato dai figuranti in costume.

Nel tardo pomeriggio, dal Palazzo del Provveditore Generale e da quello del Governatore alle Armi sono usciti in piazza notabili, dame, soldati per recarsi in chiesa ai Vespri solenni, cantati seguendo la melodia gregoriana. All’uscita dal Duomo cittadino, davanti a un pubblico che si era fatto più folto, i sacerdoti, hanno trovato ad attenderli il grande drappo con il leone di San Marco, pronto per accogliere su di sé la benedizione, prima di essere issato al centro della piazza tra scoppi d’artiglieria e invocazioni a San Marco. La Rievocazione è proseguita con la quintana a cavallo, le animazioni nel centro cittadino, prima dell’ammainamento del gonfalone alla luce fioca dei ferali.

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