«Palm’è non salverà Exe. Chi trova quei 6 milioni?»

Martines, sindaco di Palmanova, ribadisce il suo no all’impianto per i rifiuti. «E l’assessore Teghil guardi meglio i bilanci: la liquidazione è ineluttabile»

UDINE. «Palm’è srl non può rappresentare la soluzione ai problemi di Exe». Il sindaco di Palmanova, Francesco Martines, proprio non vuol sentire parlare di quell’impianto per il trattamento dei rifiuti stradali alle porte della città stellata. E, conti alla mano, è sicuro che il cantiere non partirà mai.

«Come si può immaginare di fare un investimento da 6 milioni di euro quando Palm’è ha acceso un mutuo persino per comperare il terreno e non ha altre risorse? – chiede Martines –. La capogruppo Exe certamente non ha fondi da prestare né da conferire in capitale. Ha chiuso il 2012 con un bilancio in rosso di 2,3 milioni pari a quasi la metà del capitale sociale. E questa è solo la punta dell’iceberg, perché a bilancio l’impianto del Pantanel è iscritto per 3 milioni, ma se non lavora, come di fatto accade, vale zero in quanto non produce reddito. Insomma, Exe non è in grado di garantire le banche per un eventuale debito da contrarre per costruire l’impianto».

Palm’è è una società a rischio limitato compartecipata da Exe (60%) e Daneco (40%). Nel consiglio di amministrazione siedono dal 19 dicembre il presidente Franco Soldati (che ricopre la stessa carica in Exe), il consigliere delegato Giandavide D’Andreis (consigliere anche in Exe) e il vicepresidente Bernardino Filipponi.

Questi è pure l’amministratore delegato di Daneco, un colosso nel campo di rifiuti ed energia, entrata nella compagine Palm’è nel 2010 a seguito di un bando di gara europeo che l’ha fatta diventare socio operativo. Ma Daneco è anche la società che gestisce gli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti di via Gonars, a Udine, e di San Giorgio di Nogaro, di proprietà della Net. E non solo. Gestisce pure la discarica Exe di Trivignano.

L’intreccio di Exe e Daneco è alla base di Palm’è srl, creata con un capitale di 119 mila euro e che ha chiuso il 2011 con una perdita di esercizio di oltre 76 mila euro. Il bilancio 2012 dovrebbe essere approvato in questi giorni e, considerando che la società non ha prodotto utili, non lascia ben sperare.

Sulla carta l’impianto di Palmanova – di cui al momento esiste solo il cartello di inizio lavori – dovrebbe costare 6 milioni e trattare i residui della pulizia stradale con una potenzialità di 29 mila tonnellate l’anno, pari a 7 mila tonnellate di sabbia recuperate, 8 mila di ghiaino, oltre mille di ghiaietto e una trentina di materiali ferrosi. In più, grazie ai pannelli fotovoltaici progettati ma non inseriti nelle previsioni di spesa, dovrebbe garantire 75 mila chilowatt l’anno di energia verde.

Nei giorni scorsi, era stato l’assessore provinciale all’Ambiente, Carlo Teghil, a difendere il progetto. E Martines gli ribatte: «Capisco che l’assessore è nuovo del mestiere a palazzo Belgrado e non si occupa di finanza, ma certo conosce bene le problematiche della Exe e quindi anche della Palm’è, come di tutte le altre società del gruppo perché la Exe ha avuto intensi rapporti con il Comune di Lignano, come per l’appalto di raccolta e smaltimento rifiuti o la cessione dell’impianto di Pantanel con l’acquisizione del 20% del capitale sociale della Exe. Teghil guardi meglio i bilanci e capirà che la liquidazione è un percorso ineluttabile».

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