Panama Papers, due imprenditrici friulane coinvolte nel paradiso fiscale

Rivelati altri nomi dell'inchiesta. La sacilese Alfonsina Casagrande nel cda di alcune società. Il suo legale: tutto in regola. Elisabetta Cermelli, di Pordenone, era titolare di un’azienda cancellata nel 2009

PORDENONE. Ci sono anche due imprenditrici di Pordenone nel terzo elenco dei “Panama papers” che portano i friulani, al momento, complessivamente a quota cinque. Ieri il settimanale L’Espresso ha diffuso 80 nomi, che si aggiungono ai 200 già rivelati nelle scorse due settimane.

L’elenco è il frutto dell’analisi dell’archivio panamense: l’enorme banca dati è stata recapitata un anno fa da un informatore al quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung e poi condivisa con la rete mondiale di reporter riuniti nell’International Consortium of investigative journalists (Icji) di cui L’Espresso è partner esclusivo per l’Italia.

Si tratta di migliaia di documenti che in qualche modo portano al nostro Paese e che sono stati letti alla luce dei dati disponibili nelle banche dati commerciali per ridurre al minimo il rischio di errori dovuti a omonimie, trascrizioni sbagliate, indirizzi imprecisi.

Nella terza lista, dunque, compare l’imprenditrice nel settore edile Alfonsina Casagrande. È originaria di Sacile, ha 65 anni e risiede ad Oderzo.

È procuratore speciale e consigliere della Rossetto arredamenti spa, procuratore speciale di Uberco srl, Armobil spa in liquidazione, Rossfin spa, amministratore unico della Tenuta la Favorita srl e della Casmo srl, tutte società con sede a Prata di Pordenone.

Attraverso l’intermediario Moores Rowland Corporate Service risulta in affari, secondo le carte de L’Espresso, alle Isole Vergini Britanniche con la Rho Investments Limited.

L’imprenditrice è assistita dall’avvocato Manlio Contento: «Per quanto riguarda la mia cliente preciso che non è stata effettuata alcuna operazione irregolare. Questo, allo stato, è tutto ciò che possiamo dire».

La seconda imprenditrice che compare nella lista degli ottanta è Elisabetta Cermelli, nata a Cuneo 66 anni fa e residente in una palazzina di via Castelfranco Veneto, a Pordenone.

«Viene raramente qui, di norma è fuori regione», riferiscono i vicini di casa. Nemmeno in questo periodo si trova in città. L’imprenditrice attualmente non risulta avere quote in società, ma di avere avuto il 50 per cento della Gioel Cruises srl cancellata dal registro delle imprese il 28 dicembre 2009.

Attraverso l’intermediazione di Platinum Advisory Services Monaco è accostata alla Winstar Management Consultants Limited con sede alle Bahamas.

Una curiosità accomuna le due imprenditrici: entrambe hanno una omonima, la prima nel Veneziano la seconda a Trieste, ovviamente sono estranee alla vicenda.

I nomi dei primi due friulani erano usciti nella prima lista diffusa da L’Espresso, l’8 aprile: si tratta di Pantaleo De Carlo e Sergio Vicari.

«Le posso dire che adesso è in pensione e che non ha mai fatto l’imprenditore – disse la compagna del primo –. Nella sua vita si è occupato di altro. Probabilmente si tratta di un errore. Davvero non so cos’altro dire». Pantaleo De Carlo risulta residente a Latisana e nell’elenco viene descritto come un imprenditore della grande distribuzione.

Il secondo è un pordenonese di adozione: «L’ho visto pure io quell’elenco, ma non ne so nulla».

Sergio Vicari, 67 anni, di Cittaducale, figura nella lista col figlio Simone, entrambi imprenditori nel settore delle telecomunicazioni. Il manager fu consigliere dal 12 novembre 2010 e poi delegato dal 10 dicembre dello stesso anno (ma mai rappresentante legale), della Onda communication spa, società poi fallita.

L’impegno nella spa di Roveredo in Piano fu marginale, rispetto alle attività che ha condotto soprattutto negli Usa e in Francia, dove ha risieduto per molti anni. Sergio Vicari, infatti, è stato amministratore delegato di Texas instruments incorporated, colosso delle telecomunicazioni con sede a Dallas, quindi in Telit.

Nel secondo giro di nomi era finito invece un gradese acquisito. Si chiama Giampietro Dal Vecchio, ha 72 anni, risiede in laguna, dove si trova la sua casa padronale.

È proprietario della valle da pesca Panera, per l’esattezza di una parte dell’isola ed è titolare della pluridecorata azienda agricola Panera, che produce vini di indubbia qualità, soprattutto i rossi, con sede a Villa Vicentina.

«È una vicenda allucinante - aveva detto - non ne so assolutamente niente: non ho niente a che fare né con Panama né con altri paradisi fiscali».

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