Pandemia, paghe basse e l’attrazione per nuovi impieghi: i lavoratori stagionali non si trovano più

In regione manca un migliaio di dipendenti per la stagione estiva

Sara del Sal

LIGNANO. Collaboratori stagionali cercansi. A Lignano, ma anche a Grado, si fatica a trovare il personale. Quella che sembrava una problematica generata dalla pandemia si sta confermando anche quest’anno, costringendo, in alcuni casi, a revisioni della gestione del lavoro per potere mantenere aperte le attività.

«Gli ultimi tre anni sono quelli che hanno consolidato un trend negativo a livello occupazionale», spiega Emanuele Rodeano presidente di Lisagest. «Le persone hanno un nuovo modo di gestire la propria vita post pandemia, alcuni hanno addirittura lasciato il posto fisso per avere maggiore tempo libero. È chiaro che lo smart working è più agevole e più facile ma come si fa a fare il bagnino o il cuoco da casa?», chiede Rodeano e prosegue: «Se l’anno scorso il problema interessava la ristorazione e il ricettivo, quest’anno si è esteso a tutti gli altri settori. Solitamente a quest’ora era tutto fatto, invece ci sono ancora strutture alla ricerca di personale e la situazione è preoccupante».

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2020

Qualcuno in passato si è lamentato dei compensi, non soltanto alla mole di lavoro che un lavoro stagionale richiede. «In questo caso noi di Lisagest, con una società pubblico-privata, un ambiente sindacalizzato, offriamo la retribuzione prevista tenendo conto degli straordinari che le persone possono essere chiamate a svolgere», spiega Rodeano. «Per quanto ci riguarda potremmo rivolgerci ad agenzie di lavoro interinale per trovare le figure mancanti, ma anche loro, spesso, non sembrano avere tutta questa disponibilità. Va anche ricordato che il lavoro costa moltissimo, il lavoratore però vede uno stipendio a cui deve sottrarre oneri sociali e previdenziali. Dall’altro lato ci siamo trovati anche di fronte a una scarsa professionalità, oltre che a poca propensione alla flessibilità».

La situazione viene confermata anche da Renzo Pozzo, che con la Società imprese Lignano (Sil) ha ancora alcuni posti da ricoprire. «Stiamo cercando alcune signore che ci aiutino nella pulizia della spiaggia e dei bagnini da terra. Per i mesi estivi abbiamo la disponibilità di alcuni giovani, ma a maggio non sono liberi. Molti dei nostri dipendenti storici sono andati in pensione e qualcuno ha trovato lavoro a tempo indeterminato per tutto l’anno, per cui ci auguriamo di risolvere presto».

L’analisi di Enrico Guerin, presidente mandamentale di Confcommercio, va invece alla ricerca delle motivazioni di questa disaffezione nei confronti del lavoro stagionale. «Ci sono persone che vogliono avere accesso a un finanziamento e questo tipo di contratto non lo garantisce, mentre un part time, anche pagato molto meno, permette di avanzare la richiesta – spiega –. Molti non hanno un punto di appoggio nelle vicinanze e non tutti gli operatori sono in grado di offrire un alloggio ai loro dipendenti. Altri invece si sono reinventati in altri settori, scegliendo un diverso modo di vivere con maggiore tempo libero».

Ma l’analisi si estende anche ai giovani, perché, come evidenzia Guerin, «in Slovenia i lavori estivi si trasformano in crediti formativi nel curriculum scolastico, e questo rende più attrattivi questi impieghi. Ma va tenuto conto che i problemi di personale per la ristorazione si riscontrano anche in altre nazioni. E poi c’è la percezione di alcune posizioni. Quello del cameriere viene spesso considerato un lavoro di secondo o terzo livello e risulta quindi più difficile trovare qualcuno che offra la sua disponibilità per farlo».

La pandemia, dal canto suo, ha complicato gli spostamenti di coloro che invece quelle posizioni le ricoprirebbero volentieri. «Non si può pensare di trovare tutto il personale nel territorio, molto spesso arriva dall’estero, ma la difficoltà di movimento tra Paesi diversi ha bloccato molti arrivi e la burocrazia per fare arrivare una persona nuova è davvero complessa. Per questo ci siamo attivati per avere al nostro fianco le persone che arrivano dall’Ucraina. Tre settimane fa mancavano circa mille persone. Una parte di stagionali è tuttora occupata in montagna e quindi arriverà tra un po’ ma il personale mancante rasentava il 40%. Ristorazione, donne delle pulizie, bagnini di terra, autisti, commesse, mancavano in tutti i settori a livello ormai nazionale».

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