Panino a scuola, bimbo resta a digiuno

UDINE. Non può mangiare a scuola il cibo portato da casa. E così uno studente di 10 anni resta digiuno fino al termine delle lezioni. È successo in una scuola del Friuli, dove l’insegnante che aveva il compito di sorvegliare il momento del pranzo, ha impedito al bambino di consumare il panino con la cotoletta preparato dalla mamma. Il motivo? Avrebbe potuto contaminare il pasto dei suoi compagni.
A stabilire la regola è la scuola. E così il bambino è rimasto a stomaco vuoto fino alle 16, quando i genitori sono andati a riprenderlo. «Mamma non preoccuparti, mi ha brontolato la pancia soltanto un paio di volte», ha poi raccontato ai genitori. Per fortuna un insegnante che ha fatto lezione nel pomeriggio aveva con sé un pacchetto di cracker che ha dato al bambino in attesa del ritorno a casa.
«Sai mamma, mentre i miei compagni mangiavano, io sono andato a sedermi in un tavolino isolato perché avevo un po’ di acquolina».
E il disappunto dei genitori non si è fatto attendere: «Questo digiuno mi sta indigesto - attacca la mamma -. La mensa non è obbligatoria, pertanto deve essere concesso a mio figlio di portare il pasto da casa. Visto quanto accaduto d’ora in poi andrò a prenderlo al termine delle lezioni del mattino e lo riporterò nel pomeriggio. Ma non credo sia giusto.
Mio figlio ha un rapporto particolare con il cibo e non posso pretendere che la scuola vada incontro alle sue esigenze, cerco di sopperire io. Ma non mi sarei mai aspettata un comportamento simile: lasciare digiuno un bambino mentre i suoi compagni pranzano tutt’intorno».
La scuola ammette l’errore: «L’insegnante avrebbe dovuto contattare la dirigenza che a sua volta avrebbe convocato i genitori - spiegano dall’istituto friulano -. Perché al momento, sebbene il servizio mensa non sia obbligatorio per i bambini, non è possibile consumare pasti portati da casa. E la mamma sapeva che doveva chiedere il consenso della dirigenza, ha forzato di proposito la procedura. In questa fase stiamo ragionando sulla sentenza di Torino e cerchiamo di capire come andrà a finire, ma bisogna stare un pochino attenti».
Il regolamento che vieta di portare cibi diversi da quelli forniti dal servizio mensa punta a garantire la salubrità dei pasti. «È un divieto sacrosanto - sottolinea il coordinatore dell’Ufficio scolastico regionale, Pietro Biasiol -. L’insegnante non avrebbe mai potuto autorizzare il bimbo a magiare in mensa.
In questa fase stiamo predisponendo una commissione per affrontare la faccenda perché le richieste di portare il cibo da casa sono molte. Abbiamo pregato le persone di non forzare il regolamento anche perché le mense rispondono in modo puntuale a tutte le esigenze presentate dalle famiglie. Ma vorrei capire se in questo caso la responsabilità è dell'insegnante che applica una norma a tutela della collettività o della mamma che vuole forzare la regola».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto