Pannelli fotovoltaici in centro ma non sui palazzi storici

Lucia Aviani / CIVIDALE
L’annunciata linea del dialogo fra le due componenti del nuovo consiglio comunale ha prodotto il primo frutto, cioè l’inedito di una mozione presentata dall’opposizione e approvata all’unanimità, pur previo emendamento tecnico proposto dalla maggioranza. Il tema è di rilievo, riguardando l’energia alternativa nel cuore della città ducale: il documento prodotto da Prospettiva civica, Civi-Ci e Impegno comune chiedeva infatti alla giunta Bernardi l’impegno a modificare il regolamento per l’installazione di impianti solari termici, fotovoltaici ed eolici al fine di consentire il posizionamento di pannelli fotovoltaici anche sui palazzi del centro storico, individuando, d’intesa con la Soprintendenza, modalità consone al rispetto del paesaggio architettonico, da tutelare con estrema attenzione in una località Unesco.
Le richieste avanzate dai cittadini, ha sottolineato la minoranza, sono numerose: «La nostra – ha premesso, in sede di illustrazione del testo, il leader dell’opposizione Fabio Manzini – è una proposta di buon senso. C’è infatti un’incongruenza nel regolamento in essere, che permette di installare sugli edifici del centro impianti solari, ma non fotovoltaici. Garantire tale opportunità aggiuntiva, che in questa fase potrebbe contare anche sull’ecobonus, aiuterebbe la residenzialità nel cuore di Cividale».
Favorevole la maggioranza, che tramite la consigliera con delega all’urbanistica Giorgia Carlig, architetto, ha però manifestato la necessità di un emendamento, considerata la complessità dell’argomento. Porte aperte dalla minoranza e, così, obiettivo raggiunto. La svolta che dunque si annuncia, e che nei dettagli andrà definita in team dalle commissioni Statuto e regolamenti e Urbanistica, segna un’accelerazione sul fronte delle politiche “green”, fermo restando che i vincoli storici e architettonici posti su molti palazzi cividalesi non potrebbero conciliarsi con la posa di pannelli che anche nelle varianti estetiche più “soft” striderebbero fortemente con l’immagine degli edifici di maggior pregio, da preservare nel loro assetto originario.
L’operazione, insomma, non è per tutti. E anche nel settore pubblico, premessa la “intoccabilità” dei beni di punta (palazzo de Nordis, per citarne appena uno), si potrebbero aprire – potenzialmente – finestre d’intervento e quindi di risparmio, considerati i vantaggi economici derivanti dall’uso di energie rinnovabili: «La nostra amministrazione è senz’altro indirizzata verso queste ultime – conferma il sindaco Daniela Bernardi –, ma naturalmente dipende dai singoli contesti e pure dal rapporto costi-benefici, che va accuratamente valutato. Con l’approvazione della mozione è stato avviato un percorso che dovrà vivere molti confronti, anche di natura politica, e passaggi, in più sedi e a più livelli». L’ultima parola, in ogni caso, spetterà alla Soprintendenza del Fvg. —
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