Pantaloni strappati e magliette corte «Noi in classe entriamo anche così»

Indossano senza problemi jeans strappati sulle ginocchia e pantaloni a vita alta sotto una maglietta forse troppo corta: in fondo davvero nulla di indecoroso. Gli studenti degli istituti Superiori di Udine si sentono liberi di vestire come credono e non sentono di mancare di rispetto all’istituzione scolastica.
Una ragazza al terzo anno del Malignani – eccezione rosa nella moltitudine di maschietti – spiega: «Ovviamente non sono graditi gli shorts sopra il ginocchio e le canottiere, per il resto vedo a scuola qualche ragazza sprezzante del pericolo che mette la gonna, ma nessun professore ha mai detto niente. Magari lanciano qualche battutina se indossi i pantaloni strappati, ma nulla di più». Diverso il discorso per i laboratori, dove, «per questioni di sicurezza, bisogna andare con pantaloni lunghi quindi in quel caso pretendono un certo abbigliamento». Si tratta di una tuta o un grembiule, ma sono necessari per accedere a quello spazio.
Un’altra studentessa ammette la rigidità dell’educandato statale Uccellis. «No gonne corte, no maglie troppo scollate, anche ai maschi i professori hanno fatto storie per i pantaloni corti – racconta –. Non mi è mai capitato di avere richiami, ma a una mia compagna di classe è successo per una minigonna: ci sono docenti che ci tengono molto, altri a cui non interessa».
Stesso principio all’Istituto tecnico Zanon. «Molto dipende dai professori, alcuni più vecchia scuola, ti fanno notare se qualcosa non va nell’abbigliamento, altri lasciano correre e sono più elastici» racconta una ragazza di quinta. Qualche studente ammette invece che qualche nota è volata «per magliette troppo scollate o pantaloni eccessivamente strappati».
Un gruppetto di ragazzi del Percoto, iscritti in prima, sfila in piazzale Cavedalis. C’è una ragazza con i jeans strappati e un ragazzo con ai piedi due scarpe diverse. «Nessuno ci ha mai detto nulla sull’abbigliamento, nemmeno se hai la pancia di fuori, i professori sono abbastanza tranquilli – commentano –. Orecchini, piercing eccetera sono consentiti, basta avere un criterio».
«Ho visto ragazze con mezza schiena di fuori e nessuno le ha riprese – dice un’altra ragazza che studia al Percoto –. Poi qualche insegnante si innervosisce se vede gli strappi nei jeans».
Attraversando la città, l’artistico Sello è notoriamente il liceo più colorato e vivace di Udine. Si vedono capelli blu e chiome rosa, l’originalità non manca. «Solo una volta mi hanno ripresa perché avevo un abito troppo corto, in effetti lo era davvero – dice Vittoria, testa biondo platino, vestito e calza a rete nera –. Però i professori sono tranquilli, non fanno note per queste, ci lasciano liberi di essere ciò che vogliamo, come è giusto che sia. E poi sarà mica questo il criterio per valutare la preparazione di un ragazzo?». —
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