Paolo Brosio: "Ho sollecitato io papa Francesco per un’ispezione a Medjugorje"

Parla il conduttore televisivo italiano che ha dato una svolta alla propria vita dopo aver riscoperto la fede in seguito alle apparizioni mariane

UDINE. Paolo Brosio – giornalista scrittore e conduttore televisivo italiano che ha dato una svolta alla propria vita dopo aver riscoperto la fede in seguito alle apparizioni di Medjugorje – non ha dubbi: «Il cuore del vescovo di Mostar è indurito».

«Sono stato io a chiedere a papa Francesco di mandare un vescovo a Medjugorje – afferma –. Sono stato convocato da lui il 9 aprile e gli suggerito di mandare un suo uomo, gli dissi che mancava un pastore e che c’era bisogno di un vescovo nominato da lui.

Non è il caso di entrare nel merito delle apparizioni finchè sono in corso, ma so cosa accadrà – assicura –: Mejdugorje sarà riconosciuta come luogo di preghiera non più come semplice parrocchia, ma come santuario mariano pontificio con un amministratore nominato dal Papa, un vescovo chiamato a celebrare la messa.

Il vescovo di Mostar, invece, non si degna nemmeno di andare a portare una parola di conforto ai pellegrini. Sa che Medjugorje è diventato un serbatoio di conversioni e di vocazioni, mentre seminari e chiese si svuotano, eppure lui rende dichiarazioni gravissime».

Quello di Brosio è quasi un tributo di riconoscenza a quel luogo fatto di rovi e spine nel quale a 53 anni, dopo 37 anni e 7 mesi di vita passata lontano da Dio e dalla Chiesa in un mondo popolato da mondanità, donne, trasgressione e successo, arrivò a una confessione liberatoria, alla scoperta dei tesori fondamentali per una vita di Fede.

«Medjugorje vuol dire frati francescani minori, non solo veggenti – chiarisce –, vuol dire parlare di coloro che hanno dato il sangue per Cristo come i martiri di Siroki Bvrijeg che nel 1944-45 hanno dato la vita per non abiurare la fede cattolica davanti ai mitra delle milizie comuniste di Tito.

Medjugorje vuol dire anche 450 anni sotto i turchi che hanno trucidato frati, sacerdoti e tanta povera gente e, nonostante una pesantissima croce, non hanno mai abbandonato la fede. Vuol dire anche 250 mila morti e 900 mila fra mutilati e feriti per la guerre dei Balcani con il più alto numero di donne stuprate di tutte le guerre del Novecento».

Sono riflessioni che Paolo Brosio ha inviato a Papa Francesco in una lettera nella quale chiede l’invio di una guida.

«Il vescovo di Mostar ha attaccato il parroco di Medjugorje, Padre Jozo, uomo santo ed eroico che ha accettato la croce della prigionia pur di non rinnegare la veridicità delle apparizioni di Medjugorje. Ora si trova in punizione a Zagabria, da otto anni rinchiuso in un convento.

Un vescovo dovrebbe essere contento se nella sua diocesi vengono a pregare, se milioni di persone si convertono alla fede cattolica. Le sue frasi, considerando la veridicità dei primi mesi delle apparizioni sancita dalla commissione internazionale presieduta da Ruini, sono altamente lesive sia del lavoro di Ruini che della devozione di milioni di fedeli.

Mi chiedo: ma il vescovo di Mostar non farebbe meglio a venire a Medjugorje e a fare il suo lavoro invece di diffamare tutto e tutti? Io credo che i due vescovi di Mostar che si sono succeduti abbiano commesso una grave violazione dei doveri pastorali facendo mancare la presenza e l’assistenza spirituale a un gregge di milioni di persone».

L’impegno di Paolo Brosio per Medjugorje si è tradotto da tempo in un progetto concreto: attraverso le Olimpiadi del cuore sta finanziando il progetto “Mattone del cuore”, con il quale intende costruire il primo presidio ospedaliero di Pronto soccorso di Medjugorje: chiunque voglia contribuire, può versare il suo contributo al conto corrente postale 1199820; per informazioni info@olimpiadidelcuore.it.

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