Papa Francesco contro i preti affaristi: "O rendi il culto al Dio vivente, o rendi il culto al denaro"

Il pontefice lancia il suo anatema contro il listino prezzi dei sacramenti e l'eccessivo attaccamento al denaro di alcuni parroci. E invita i fedeli a non tacere: "Ci sono due cose che il popolo di Dio non può perdonare: un prete attaccato ai soldi e un prete che maltratta la gente"
Foto Alfredo Falcone/LaPresse.19-11-2014 Città del Vaticano - Roma (Italia).Cronaca.Udienza generale del mercoledì di Papa Francesco.Nella Foto: Papa Francesco..Photo Alfredo Falcone/LaPresse.Wednesday, Nov 19, 2014 Vatican City - Rome (Italy).News.General audience of Pope Francis in St. Peter's Square.In The pic: Pope Francis
Foto Alfredo Falcone/LaPresse.19-11-2014 Città del Vaticano - Roma (Italia).Cronaca.Udienza generale del mercoledì di Papa Francesco.Nella Foto: Papa Francesco..Photo Alfredo Falcone/LaPresse.Wednesday, Nov 19, 2014 Vatican City - Rome (Italy).News.General audience of Pope Francis in St. Peter's Square.In The pic: Pope Francis

francesco

ROMA. “Quante volte vediamo che entrando in una chiesa, ancora oggi, c'è lì la lista dei prezzi”. Durante l’omelia alla Casa di Santa Marta Papa Francesco si scaglia contro il supermarket dei sacramenti: il tariffario appeso in alcune chiese per battesimi, comunioni, cresime, matrimoni e funerali.

Matrimonio con messa? Pagate due turni. Papa Francesco ricorda di aver assistito a un episodio di commercio dei sacramenti in prima persona: “Ero con un gruppo di universitari e due fidanzati volevano sposarsi: erano andati in una parrocchia ma volevano farlo con la messa. E lì, il segretario parrocchiale ha detto: 'No, no: non si può’”. Di fronte allo stupore dei due il sagrestano avrebbe risposto che ogni turno di matrimonio durava al massimo 20 minuti e per sposarsi con la messa, i due, avrebbero dovuto pagare una doppia tariffa. “Questo è peccato di scandalo” ha chiosato il Santo Padre.

Non perdonate gli affaristi. Papa Francesco invita i fedeli a non aver paura di affrontare chi trasforma la Chiesa in un luogo di commercio: sia esso un prete, un segretario parrocchiale o un laico. Perché quella di vegliare su questi casi è una responsabiltà collettiva. "Ci sono due cose che il popolo di Dio non può perdonare – tuona il pontefice - : un prete attaccato ai soldi e un prete che maltratta la gente. Non ce la fa a perdonare! E lo scandalo, quando il Tempio, la Casa di Dio, diventa una casa di affari, come quel matrimonio: si affittava la chiesa".

Il caso di Pistoia. Probabilmente Francesco nel lanciare il suo anatema contro il supermarket dei sacramenti deve essersi ricordato di quella lettera, riportata dal quotidiano Il Tirreno, scritta dai parrocchiani di Villa di Baggio, borgo di 500 anime in provincia di Pistoia. Il parroco, Don Valerio Mazzola, aveva infatti appeso agli avvisi parrocchiali una vera e propria lista, dove si chiedevano 190 euro per un matrimonio, 90 funerali e battesimi. “In quanto tariffa fissa, possiamo chiedere la fattura?” avevano chiesto ironicamente, ma non troppo, i parrocchiani al Santo Padre, sottolineando come la Curia di Pistoia fosse a conoscenza della pratica del listino prezzi. “Come facciamo ad insegnare ai nostri bambini la carità cristiana e la fede quando proprio il nostro parroco non dà il buon esempio?” domandavano i fedeli al Santo Padre, in cerca di risposte.

La salvezza deve essere gratuita. Oggi Francesco ha risposto a quella domanda, lanciando il suo anatema contro il culto del denaro. “O rendi il culto al Dio vivente – ha chiarito il pontefice - o rendi il culto ai soldi”. E non si tratta di semplice pauperismo, l’attaccamento al denaro e l’affarismo, secondo il Papa, sono del tutto incompatibili con la fede cristiana. “La redenzione è gratuita – ha affermato ancora il Santo Padre durante l’omelia –  E quando la Chiesa o le chiese diventano affariste, si dice che ...eh, non è tanto gratuita, la salvezza. È per questo che Gesù prende la frusta in mano per fare questo rito di purificazione nel Tempio”.

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