«Papà può vedere il libretto universitario»

Papà ricorre al Tar contro l’università di Udine per poter visionare gli esami sostenuti dalla figlia, studentessa pordenonese di 26 anni, fuoricorso alla laurea triennale, e vince.
La loro storia era salita alla ribalta delle cronache nazionali dopo che due tribunali (Pordenone in primo grado e Trieste in appello) avevano dato ragione alla ragazza, stabilendo che il papà dovrà provvedere sotto il profilo economico alla studentessa fino al 30 giugno 2019. Il padre era stato condannato a versarle l’assegno di mantenimento ordinario, ma anche 350 euro al mese di “paghetta”, per le spese personalissime e ludico-ricreative.
In forza di tale sentenza, il genitore aveva deciso di sincerarsi personalmente dei progressi negli studi della figlia, visto che le paga le spese per l’università. L’ateneo friulano gli aveva negato, però, l’accesso agli atti, sostenendo che nel caso specifico, stante il diniego della studentessa, non sussistesse per il padre l’interesse concreto e attuale, corrispondente a una situazione giuridicamente tutelata e collegata ai documenti dei quali era stata chiesta l’esibizione.
Tramite il proprio legale la ragazza aveva inviato copia del certificato di iscrizione e del numero di esami sostenuti al genitore. In base alle ultime comunicazioni ricevute dal papà, alla ragazza mancavano tre esami, oltre alla tesi, per completare la laurea triennale. Il genitore, però, voleva verificarlo con una fonte ufficiale.
È in questo contesto che si inserisce il ricorso al Tribunale amministrativo regionale, con il quale è stato chiesto l’annullamento del provvedimento dirigenziale con il quale l’ateneo ha negato l’accesso agli atti.
Il legale del professionista pordenonese ha osservato, nel ricorso, che il genitore aveva un interesse diretto e concreto nell’accedere agli atti: in base ai risultati scolastici avrebbe potuto ottenere una riduzione o l’eliminazione dell’obbligo di mantenere la figlia maggiorenne agli studi universitari.
Nel ricorso è stato messo in evidenza un precedente. Il Tar della Puglia, nel 2012, ha dato ragione a un padre divorziato che ha chiesto all’università di poter conoscere gli esami sostenuti dal figlio. Il tribunale amministrativo regionale della Puglia ha riconosciuto l’esistenza del diritto del padre di sapere, in virtù del suo ruolo educativo e genitoriale, in che modo venisse sfruttato l’assegno di mantenimento.
L’avvocatura di Stato, nella sua comparsa di costituzione, ha osservato che non esiste in materia una giurisprudenza consolidata e ha ribattuto che la controparte è riuscita a trovare un unico precedente. Pronta l’obiezione della difesa del professionista: i precedenti non ci sono perché solitamente non si deve arrivare al ricorso al Tar per poter visionare un libretto.
Il tribunale amministrativo regionale di Trieste ha accolto il ricorso del genitore.
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