Paravano: l’autore della scritta mostri la faccia
MORTEGLIANO. «L’autore della scritta abbia il coraggio di mostrare la faccia»: è un invito a parlarne a quattr’occhi quello rivolto da Renzo Paravano, proprietario della villa Mabulton di Chiasiellis,...
MORTEGLIANO. «L’autore della scritta abbia il coraggio di mostrare la faccia»: è un invito a parlarne a quattr’occhi quello rivolto da Renzo Paravano, proprietario della villa Mabulton di Chiasiellis, in risposta a minacce e insulti tracciati con la vernice nera nella staccionata sulla strada da qualcuno che non approva il progetto di accoglienza e formazione per stranieri che si pensa di ospitare nel complesso ricettivo e sportivo (si prevedono 10 posti di lavoro locali).
«Quella scritta non mi appartiene, non l’ho neppure cancellata – spiega l’imprenditore –. C’è il simbolo dei dollari, ma non sarò io a gestire i minori non accompagnati, bensì la Onlus Impresa-a-rete. Io solo affitto i locali, peraltro a canone modesto». Paravano spiega che, a fronte di gestioni sfortunate del complesso che comprende camere, ristorante, piscina e campo di golf, questo è un uso possibile del bene.
In effetti villa Mabulton, realizzata a fine anni ’40, per iniziativa di una Lady dell’Oxfordshire che trasformò una casa colonica friulana in una “farm” carica di suggestioni inglesi, non ha mai sfruttato le potenzialità. Immersa nel verde, è frequentata d’estate da famiglie per il refrigerio della piccola piscina e del prato antistante, impreziosito dal laghetto che lo separa dal campo da golf; in tempi migliori la suggestiva cornice ha ospitato feste, matrimoni, perfino mostre d’arte e concerti.
L’annuncio che la villa sarà centro di formazione per minori – 25 ne saranno accolti sui 50 che la Onlus collocherà in più sedi – numerosi e di segno opposto i commenti sulla nostra pagina web.
C’è anche chi butta là una provocazione: «Se ci tiene tanto ai minori stranieri, ne adotti qualcuno». Appunto. Dalle parole di Paravano emerge una realtà sconosciuta a Chiasiellis e Villa Primavera, che l’imprenditore inventò e in parte costruì. «Stiamo tornando alle origini – dice –: io ho adottato due orfani triestini, uno dei quali disabile, e fondato appunto una cooperativa sociale per inserirlo professionalmente con altri. Ma i golfisti si opposero, quelle presenze non sarebbero state gradite».
(p.b.)
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto
Leggi anche
Video