Parco, panchine smontate e poi gettate nel Livenza
SACILE. Smontate e gettate nel Livenza: l’acciaio delle panchine non ferma i vandali nell’Ortazza. Panchine a pezzi e il bene pubblico va a mollo a Sacile, nel polmone verde che si allunga dopo la corte del Ragazzoni, dove c’è il “corpus delicti”.
È difficile intaccarne la superficie con il coltello per intrecciare nomi e cuori dei “panchinari” su di giri, quindi i balordi sono passati alla fase due: smontaggio delle panchine e lancio.
«Le bande di “fumati” ci sono sempre state all’Ortazza – dice Enzo Martino, un signore che porta il cane a fare una sgambata –. Di notte è un via vai di ragazzi un po’sbandati. Tanto anni fa, c’era il cancello che si chiudeva alle prime ombre della sera, poi è stato smantellato con la recinzione».
A recuperare le aste delle panchine servono i rinforzi anfibi: giriamo la cosa ai volontari della Protezione civile, perché sono finite sotto un metro il pelo dell’acqua. Dietro la montagnola, dove finisce l’orto c’è dell’altro: rifiuti gettati alla rinfusa tra faretti dell’impianto luce rotti e trasformati in portacenere. Le pattuglie della polizia urbana fanno le ronde, quando possono. Gli assalti dei vandali sono a ripetizione, nel centro storico e la questione è alla voce sicurezza pubblica.
A ricapitolare, uno degli ultimi attacchi è stato al muro storico della loggia del municipio: con un ghiribizzo da writer urbano.
Videosorveglianza con la bandiera bianca e nelle feste di Natale 2012, le bravate sono state un crescendo rossiniano. Oltre alla loggia del municipio, deturpata in verticale, vanno messi in conto anche i cordoli di pietra rotti di gradini e aiuole, sempre nell’Ortazza. Risultato, crepe e pezzi di pietra sbrecciata. L’elenco è lungo e fa memoria anche dei muri sacri imbrattati nel tempio di San Liberale. I parrocchiani non hanno sostituito nemmeno la corona santa trafugata tra le reliquie del corpo del venerato: sarebbe un’esca per altri rapine di balordi.
Senso civico in fuga e costi alti: il piacere di imbrattare dei vandali mette a dura prova anche i muri delle scuole. «Sogneremo ancora giorni di rivolta» è l’ultimo slogan a lettere cubitali pre-elettorale lungo via Stadio sul muretto di cinta del Marchesini.
A carico degli enti locali, vanno i costi per sistemare i beni e aree pubbliche “sabotate” nella bellezza e funzionalità. Poi, è vero che non ci sono risorse per garantirne controlli massicci. Vandalismi e rifiuti da tamponare: la soluzione potrebbero essere le ronde dei volontari civici, come “sceriffi” con mandato di controllo per bloccare il degrado in città.
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