Paritarie in crisi: ha pagato la retta il 30%
Margherita Terasso
Da una parte, l’oggettiva fatica organizzativa, prima conseguenza di un’emergenza sanitaria drammatica; dall’altra, l’effetto secondario, ma anche il problema più sentito, la difficoltà nell’ottenere il pagamento delle rette. Al netto degli aiuti decisi soltanto ieri dalla Regione, le scuole paritarie di Udine, tra elementari e medie, ora stanno soffrendo. Si parla di strutture che accolgono complessivamente 1.596 alunni: c’è il Bearzi, con 710 studenti, 60 docenti, 120 componenti del personale, il Bertoni (492, 51 e 77), le Dimesse (221, 23, 31), il collegio della Provvidenza (73, 13, 26) e la scuola Nostra Signora dell’Orto (100, 10, 22).
«La situazione che stiamo vivendo non ci favorisce – spiega don Lorenzo Teston, riferimento regionale di Fidae, la Federazione degli istituti delle attività educative –: al dovere di assolvere il diritto all’istruzione attivando didattica a distanza, non senza difficoltà, segue la complessità per le famiglie di seguire i ragazzi e corrispondere le rette». Resta il vero nodo: in questa fase, mentre parte del personale educativo e di segreteria può accedere agli ammortizzatori sociali, i docenti vanno retribuiti. «Molti genitori comprendono la necessità degli enti gestori di pagare gli insegnanti, altri meno: quindi ci troviamo davanti alla richiesta di alcuni di restituire o rimodulare le rette» afferma Teston. Il dato che emerge, poi, è che alcune famiglie non riescono a pagare il dovuto. «Alle nostre scuole non accedono le fasce d’élite: ci sono genitori che fanno gli impiegati, gli operai e i liberi professionisti – sottolinea –. Nell’emergenza, per alcuni, le sicurezze economiche sono venute meno».
Le conferme arrivano dalle scuole. Si comincia dagli aspetti più pratici. «La fatica delle famiglie si percepisce – ammette don Filippo Gorghetto, direttore del Bearzi –. Oggi, poi, molti sono preoccupati per le riaperture e quindi per la futura gestione dei figli». La questione del pagamento delle rette non è in secondo piano. «Il servizio mensa e quelli aggiuntivi non si contano, ma la retta scolastica che copre la docenza resta: gli insegnanti stanno continuando, anche se con la didattica a distanza, a fare il loro lavoro – afferma –. Alcune famiglie, una piccola parte, non ha capito quest’aspetto, ma ci siamo incontrati per chiarire e la cosa si risolverà». Il Bearzi va incontro a chi, a causa della crisi, si trova in difficoltà. «Daremo il tempo necessario alle famiglie – ammette –, pagheranno quando sarà possibile». Al momento «il 30 – 40% dei nuclei familiari lo ha fatto: sono fiducioso che la situazione si regolarizzerà».
Come si muove il Comune di Udine? «Mi sono messo in contatto con le scuole e ho notato che quello a mancare, fino a ora, è un coordinamento tra istituti – spiega Giovanni Govetto, consigliere delegato in materia di scuole paritarie –. Chiederò all’Assessore competente che le criticità siano tenute in considerazione in sede di variazione del bilancio». Queste sono realtà che, «come qualsiasi azienda che presta un servizio per la comunità, devono essere aiutate: se si parla di rinvio della Tari, si potrebbe estendere gli altri sgravi e assegnare contributi». Il consigliere fa un passo ulteriore: «Accogliendo la proposta dell’associazione genitori scuole cattoliche crediamo sia giusto arrivare alla sottoscrizione di un impegno, da parte del Comune, nel supportare le mamme e i papà. Spero che in questo accordo possano essere coinvolti anche i Comuni dell’hinterland». –
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