Park, raccolte 300 firme al presidio dei contestatori

Udine, oggi prima domenica in piazza con gli attivisti che si oppongono all’opera. «Per garantire la presenza anche di notte cerchiamo il sostegno della gente»
Udine 10 agosto 2013 Protesta contro la costruzione del parcheggio sotterraneo di piazza I Maggio. Nelle foto le scritte di protesta lungo il camminamento per via Porta Nuova e il gazebo per la raccolta firme. © Foto Petrussi Foto Press / Ferraro Simone
Udine 10 agosto 2013 Protesta contro la costruzione del parcheggio sotterraneo di piazza I Maggio. Nelle foto le scritte di protesta lungo il camminamento per via Porta Nuova e il gazebo per la raccolta firme. © Foto Petrussi Foto Press / Ferraro Simone

UDINE. Dopo due giorni di presidio, le firme contro il parcheggio di piazza Primo maggio sono oltre 300, raccolte nel piccolo gazebo bianco: una struttura mobile, scarna verrebbe da dire, se non fossero appesi un paio di cartelloni con riassunte fitte-fitte le motivazioni della battaglia. Ma proprio da lì una decina di giovani porta avanti l’offensiva contro un progetto giudicato «inutile e costoso».

Un impegno «che proseguirà a oltranza», giurano, anche se con una pausa durante le ore più lunghe della notte. «Siamo in pochi – confessa Gaia Baracetti, una degli attivisti di Occupy place prim mai –, abbiamo bisogno della partecipazione degli udinesi per bloccare il cantiere».

Ieri è proseguito il viavai davanti al banchetto e alle tre seggiole sull’aiuola spartitraffico. «Venendo qui abbiamo scoperto che c’è un importante dibattito in città, una voce che non viene ascoltata – spiega Baracetti –. Le persone ci sostengono, scambiamo qualche informazione, danno spunti d’approfondimento. Finora non è capitato nessuno a favore del parcheggio. Almeno non quando io ero presente».

Quando scatta la prima domenica in piazza, il cuore della protesta è formato da una decina di persone. «Ci stiamo organizzando – dice Baracetti –. Vorremmo attivare laboratori per bambini e incontri dove spiegare le ragioni del no al parcheggio, ma abbiamo bisogno del sostegno della gente». Intanto, in calendario c’è un appuntamento: l’assemblea pubblica di domenica prossima, alla vigilia degli scavi. «Durante quell’incontro decideremo come contrastare il via effettivo ai lavori», aggiunge l’attivista.

Fra i sostenitori c’è il direttivo di Italia Nostra. «Appoggiamo il sit in – spiega in una nota – perché più volte abbiamo chiesto una pausa di riflessione e un atteggiamento pacato da parte dell’amministrazione sull’argomento. Vorremmo una verifica, uno studio che considerasse anche la connessione della piazza con il colle del castello. E poi c’è veramente bisogno in città di un parcheggio sotterraneo? Serve uno studio sull’utilizzo delle strutture esistenti. Ma tutto va fatto prima che comincino gli scavi». C’è anche un altro aspetto da considerare secondo i rappresentanti di Italia Nostra, e cioè l’impatto che la struttura esterna avrà sul giardino monumentale del palladiano palazzo Antonini.

Ad affrettarsi a firmare la petizione che chiede il blocco del cantiere sono anche i commercianti (le sottoscrizioni vengono raccolte in bar e ristoranti) e i residenti, come una coppia di anziani che abita in via Portanuova. «Ci hanno ghettizzati – protesta l’uomo che cammina a fatica appoggiato a una stampella –. Il cantiere durerà due anni e semplicemente quello non è il posto giusto per un parcheggio sotterraneo».

Intanto ieri sono apparse alcune scritte ingiuriose contro il sindaco e l’impresa proprio sulla recinzione che delimita il cantiere. Una mano, sempre la stessa, si è divertita ad “affrescare” il lato che corre parallelo a via Portanuova con un pennarello blu ribadendo il proprio «No al parcheggio».

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