Parmalat - Latterie, operazione da 11,5 milioni di euro

La multinazionale punta a lanciare in grande stile l’unica Dop del settore, il formaggio Montasio. Restano in organico tutti i 156 dipendenti, nonostante il fatturato sia crollato del 30% a 37 milioni
Campoformido (UD) 23/07/2011.Consorzio Latterie Friulane . Via P. Zorutti, 98..Telefoto Copyright Foto PFP / Ferraro Simone
Campoformido (UD) 23/07/2011.Consorzio Latterie Friulane . Via P. Zorutti, 98..Telefoto Copyright Foto PFP / Ferraro Simone

CAMPOFORMIDO. Parmalat salva Latterie friulane. E non lo fa con un passaggio preliminare in affitto come si era ventilato nei giorni scorsi. Giunti ieri in Friuli per l’affare, i manager della multinazionale controllata dai francesi di Lactalis hanno infatti acquistato tout court l’azienda friulana.

Costo: 11,5 milioni di euro, che portano in Parmalat produzioni, marchi e immobili di Latterie. Tutto a esclusione dello storico consorzio cooperativo che resterà autonomo per far da collettore al latte proveniente dalle stalle. Quello al nuovo anno è stato un brindisi con il sorriso per le maestranze, che tirano un sospiro di sollievo.

Rimaste, dall’inizio della vertenza, in 156 (erano oltre 190) passano tutte in Parmalat e continueranno a beneficiare degli ammortizzatori sociali in essere, sia Cigs che Cigo (prorogata ieri per ulteriori 13 settimane e per 50 lavoratori), strumenti utili alla gestione di una prima fase che si annuncia impegnativa.

Domani a Campoformido, gli uomini Parmalat dovranno infatti rimboccarsi le maniche, andando anzitutto a individuare i punti deboli dell’azienda, letteralmente precipitata dopo lo scandalo aflatossine. Basti guardare l’andamento degli ultimi 2 bilanci.

Se nel 2013 il giro d’affari ammontava a 53 milioni di euro, il 2014 chiude con perdite nell’ordine del 30%, a 37 milioni. L’azienda, insomma, dev’essere risollevata, ma i termini dell’operazione lasciano intravvedere più di qualche speranza.

Secondo la presidente Michela Del Piero, Parmalat crede in Campoformido, e stando a indiscrezioni sarebbe pronta, archiviata una prima fase di verifica, addirittura a rimettere in produzione linee prima destinate a chiudere come mozzarella, yogurt e ricotta.

Nella scarna nota inviata ieri dalla Spa a margine dell’acquisto di progetti non si parla ed è scontato che sia così visto che non esiste ancora un piano industriale dettagliato. Sarà il frutto dei primi mesi di lavoro in Friuli, ma come detto le premesse sono buone.

Parmalat ha acquisito infatti un ramo d’azienda avente a oggetto l’attività di produzione, commercializzazione e distribuzione di prodotti lattiero-caseari, vale a dire di latte pastorizzato e Uht, yogurt, Montasio, mozzarella e ricotta, nonché i marchi storici – Latterie friulane e Latte Carnia tra gli altri – e infine gli immobili a partire dallo stabilimento di Campoformido.

Insomma, tutto il “pacchetto” a eccezione della coop. Al prezzo, si diceva, di 11,5 milioni. 5,75 di capitale netto, altrettanti di accollo dei debiti contratti da Latterie per gli investimenti realizzati negli ultimi anni tra cui la nuova centrale di raccolta del latte e l’impianto di pressatura.

«Parmalat – si legge nella nota – intende proseguire e sviluppare il marchio Latterie friulane, realtà che ha un forte legame con il territorio, attraverso un piano di recupero della competitività consentendo, tra l’altro, la continuità dell’attività nel polo produttivo di Campoformido e di quelle relative alle produzioni Dop e mantenendo gli approvvigionamenti della materia prima latte friulana».

L’auspicio è che il colosso lattiero-caseario, riesca a far apprezzare fuori dai confini Fvg l’unica dop del nostro comparto lattiero-caseario, il Montasio, ancora poco “sfruttato”.

Del “finale” sono soddisfatti anche i sindacati. «Il passaggio diretto di tutte le maestranze a Parmalat è positivo – ha detto ieri a margine della richiesta di Cigo la segretaria regionale di Fai Cisl, Claudia Sacilotto – ora aspettiamo però di conoscere nel dettaglio il piano industriale».

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