Parte a settembre il taglio dei direttori LE TAPPE

La Regione risparmia 587 mila euro per 11 figure apicali in meno. Panontin: confronto da giovedì, voglio rispettare i tempi

UDINE. Il lavoro per far decollare la nuova organizzazione della macchina-Regione è appena cominciato. L’assessore Paolo Panontin lo sa e ha fissato una scaletta dai tempi serrati. Perché la riforma entro settembre dovrà partire.

Il Consiglio ha dato l’ok al percorso che spalanca le porte della Regione al ritorno del direttore generale, ma non solo. La “rivoluzione” (riportata in tabella) elaborata dall’assessore in tre mesi, prevede di tagliare alcune figure di vertice, tanto che il disegno porterà al risparmio di circa 587 mila euro in un anno nonostante il compenso da assegnare al nuovo direttore, 180 mila euro lordi l’anno. Non solo.

Tra le riduzioni dei vertici amministrativi e i dipendenti che andranno in pensione la Regione potrebbe arrivare a risparmiare fino a 4 milioni. Un fronte aperto, sul quale si deciderà volta per volta in base alle uscite, garantendo da un lato l’efficienza delle strutture e dall’altro la razionalizzazione. Si vedrà. Nel frattempo i primi passaggi da compiere sono quelli di giovedì, quando Panontin incontrerà le organizzazioni sindacali e di venerdì, per l’approvazione preliminare dell’esecutivo.

«Giovedì sera in giunta abbiamo approvato la delibera che assesta la struttura, ma abbiamo anche assunto in via preliminare la bozza del regolamento interno dove – spiega Panontin – trovano risposte anche alcune obiezioni sollevate dal centrodestra, come la definizione del rapporto tra direttore generale e direttori centrali. Una volta assunte le declaratorie il tutto verrà comunicato alle organizzazioni sindacali cui chiederò un incontro giovedì. Dopo di che, se non ci saranno stravolgimenti, come spero, venerdì in giunta chiederò l’approvazione preliminare del documento. Servirà poi un passaggio in I commissione, e quindi il 30 agosto spero di ritornare in giunta per l’approvazione definitiva cui seguirà il decreto di pubblicazione della presidente Fvg. Da lì, e ritengo entro metà settembre, la riforma sarà operativa. È una scaletta stretta che voglio rispettare».

La casella del direttore generale resterà libera fino a quando la presidente Fvg Debora Serracchiani non avrà scelto a chi affidare l’incarico, scelta che probabilmente arriverà a settembre. Quando partirà anche il resto della riforma. E cioè il taglio di due direttori centrali e di nove vice direttori e la formazione di tre nuove aree.

«Così risparmieremo 578 mila euro annui – continua Panontin –, ma alcune proiezioni mi dicono che se non rimpiazzassimo il personale che andrà in pensione quest'anno i risparmi sarebbero sull’ordine dei 4 milioni. Decideremo come agire, valutando dove la struttura è razionalizzabile e dove non lo è».

Ammette Panontin di aver affrontato più d’una resistenza al cambiamento da parte della struttura.

«La fase più difficile è stata la scelta di eliminare le figure apicali, di strutturare una catena di comando diversa dall’esistente – conferma l’assessore – e ridisegnare il tutto alla luce delle nuove deleghe degli assessori. Sono comunque molto orgoglioso del lavoro realizzato in tre mesi, che è costato fatica ma che, una volta ultimato, potrà essere pesato».

Uno dei dubbi sollevati dal centrodestra è il rapporto – che la maggioranza di chi conosce la macchina-Regione immagina teso – tra il direttore generale (massima figura di vertice) e gli altri direttori. Ma anche con la parte politica.

«La struttura del sistema si capirà dal regolamento ma sono convinto che soluzione adottata garantirà l’impulso e il coordinamento del direttore generale e l’autonomia delle direzioni centrali e degli assessori. E comunque – argomenta Panontin – ricordo l’ammissione pubblica di Renzo Tondo, che ha detto di aver sbagliato nel cancellare quella figura, e le parole dei sindacati: mi hanno fatto presente che l’esperienza dell’ultimo direttore generale non fu positiva, ma hanno anche aggiunto di aver cambiato idea negli ultimi cinque anni, quelli senza direttore generale. Mi pare un buon inizio».

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