Parte il processo per il crac BpVi: 7600 parti civili, Zonin è assente

Davanti a palazzo di Giustizia circa 500 risparmiatori: tutti contro l’ex banchiere

È iniziato il processo alla Banca Popolare di Vicenza. «Il più grande per dimensioni della storia del Veneto» come ha spiegato il presidente del Tribunale Alberto Rizzo. Certamente, per i reati finanziari, uno dei principali in Italia, solo Parmalat con le sue 35 mila parti civili ammesse aveva fatto di più. Sei gli imputati a giudizio. L’ex presidente Gianni Zonin e altre cinque persone, più la BpVi in liquidazione coatta amministrativa stessa per gli illeciti amministrativi contestati.
 

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Il collegio presieduto da Lorenzo Miazzi giudicherà oltre al banchiere vignaiolo, Andrea Piazzetta, Emanuele Giustini e Paolo Marin, vice direttori dell’istituto, Giuseppe Zigliotto, ex consigliere di amministrazione, e il dirigente Massimiliano Pellegrini. I reati formulati dai pubblici ministeri Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori sono aggiotaggio, ostacolo alle autorità di vigilanza e falso in prospetto informativo. Tra gli imputati non figura l’ex direttore generale Samuele Sorato, la cui posizione è stata stralciata, per gravi motivi di salute, e tornerà in aula il 20 dicembre per l’udienza preliminare.

Crac Popolare di Vicenza, Zonin e tutti gli imputati rinviati a giudizio


Al Palazzo di Giustizia di Borgo Berga, a Vicenza, si è assistito a una processione al contrario. Paradossale. Eppure così simile a quelle cui la città è stata abituata per vent’anni. Allora si andava ad ascoltare il presidente Zonin pontificare sulla “sua” banca. Ieri le stesse signore eleganti, impellicciate, borsetta firmata di ordinanza facevano la fila davanti alla bussola del tribunale per assistere all’inizio del maxi processo contro quello che era considerato il monarca della banca cittadina. Fuori dal Palazzo del tribunale una manifestazione degli ex soci, piccoli imprenditori, dipendenti e pensionati, un’umanità variegata accomunata da un unico comune desiderio: ottenere giustizia.

È stata una giornata carica di simbolismo, meno dal punto di vista del processo vero e proprio, che inizierà nei fatti probabilmente nel 2019. Ieri si sono presentate le parti civili. Alle 5200 cui se ne sono, dopo cinque ore di lavori, se ne sono aggiunte altre 2424, in tutto circa 7600 persone coinvolte, anche un pullman da Udine. Tra queste anche il Comune di Vicenza rappresentato dall’avvocato Giovanni Caruso: «Ho ricevuto mandato dall’amministrazione comunale – spiega il legale – ora si valuterà l’ammissibilità della nostra costituzione. Abbiamo prospettato un danno di immagine alla città e un danno patrimoniale, che non è quantificato, non è detto debba esserlo».
 

IL CRAC DELLA BANCA POPOLARE DI VICENZA


Le udienze, ha spiegato il presidente del Tribunale Alberto Rizzo, saranno a Vicenza, episodicamente «ci sposteremo all’aula bunker di Mestre». Per la città questo processo è uno sforzo importante: «Siamo in costante contatto con il Ministero e con il Consiglio Superiore della Magistratura - spiega Rizzo - le condizioni di questo tribunale sono note, noi operiamo con una scopertura del 32%, ma questo processo merita una calendarizzazione adeguata ed una durata ragionevole. Il Csm si è dimostrato disponibile, sono a conoscenza delle nostre difficoltà, che in questo procedimento vedono impegnati a tempo pieno tre magistrati. Ho rappresentato le nostre esigenze al vice-presidente Ermini e spero si traduca in elementi concreti». Sullo spostamento anche episodico del processo è stato critico l’avvocato di Zonin.

«Il giudice naturale è Vicenza - dice l’avvocato Ambrosetti - poiché la Cassazione ha deciso di farlo celebrare non deve andare a Venezia, se ci andrà valuteremo il da farsi». Sul resto ha aggiunto: «Era ora di iniziare perché emerga la verità processuale sulle responsabilità del default della banca. Che non può essere la responsabilità di sei persone».

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