Parte la sfida pro e contro le feste sulla Rivierasca
PORDENONE. L’edizione record della festa sul Nonsel, la prima con la Rivierasca chiusa, scardina il dogma della viabilità pordenonese, di un anello circolatorio che ha decenni sulle spalle e che probabilmente è tempo di cambiare.
Soprattutto se il cambiamento dimostra, come ha dimostrato la manifestazione dello scorso weekend, che Pordenone può riappropriarsi del suo fiume e delle sue sponde.
Ma la strada non è in discesa. Se l’amministrazione spinge per consolidare l’iniziativa, è già nato un comitato contro la chiusura della Rivierasca che conta 476 firme, raccolte tra i residenti di via Azzano, via Portogruaro e via Nuova di Corva «che sono preoccupati – si legge nell’invito all’incontro – per le 1200 auto che si riverserebbero su Borgomeduna».
Il comitato ha promosso un incontro sul tema “Se chiude la Rivierasca, quali conseguenze per la circolazione di Borgomeduna”, in programma giovedì alle 18.30 in municipio, alla presenza dell’assessore alla mobilità Bruno Zille.
L’amministrazione ha sempre detto che di chiusura del Lungofiume si parlerà solo quando sarà realizzata la bretella sud (quindi non prima di tre anni), ma la festa dello scorso weekend ha dimostrato quanto meno che un uso più intenso di quell’area va pensata.
«Bisogna sicuramente osare di più – è convinto Giuseppe Pedicini, presidente della Pro Pordenone – perché abbiamo rotto un tabù. La Rivierasca chiusa non ha generato problemi di traffico o di parcheggi e le persone sono state felice di utilizzare appieno quegli spazi».
Certo la festa è di per sè un’attrattiva, servono funzioni nuove e un progetto complessivo, ma gli organizzatori sono convinti che la festa sul Nonsel possa fare da apripista ad altre iniziative. «Per esempio l’estate in città» rilancia Pedicini.
E i commenti dei partecipanti alla festa, con tante idee, non sono mancati sui social dove, più delle parole, hanno raccontato una città diversa le foto – tantissime – scattate dai partecipanti.
«Il successo – aggiunge Pedicini – non è stato determinato solamente dalla partecipazione di pubblico, ma anche da quella delle realtà che si sono impegnate per realizzare la manifestazione. Stiamo già ricevendo richieste di associazioni e gruppi per partecipare alla edizione del prossimo anno. E’ importante però che questo patrimonio non si limiti alla festa, ma che la città trovi altre occasioni per vivere il Lungofiume».
Il sindaco ha già aperto a questa ipotesi dichiarando che i pordenonesi dovranno abituarsi alla chiusura della Rivierasca e che la festa dovrà essere consolidata con questa formula.
Si tratta ora di capire se altre realtà e altre iniziative – da Pordenonelegge a Incontriamoci a Pordenone fino al mercato europeo, per citare quelle che solitamente registrano numeri di pubblico molto alti – sapranno approfittare di questa risposta che la città ha dato». Provando a vincere le resistenze dei contrari.
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