Partito il derby dei cavalli tra la Fiera di Pordenone e gli animalisti

Cominciata la rassegna Country Christmas. La Lav mostra i morsi e accusa. Il Comune in posizione scomoda: amico degli animali, ma socio in viale Treviso

PORDENONE. Da una parte il business e lo spettacolo con Country Christmas, che ha aperto i battenti ieri pomeriggio, dall’altra la conferenza “Il cavallo macchina”, promossa dagli animalisti per protestare contro l’iniziativa della Fiera di Pordenone.

E tra i due litiganti c’è il Comune di Pordenone che si professa amico degli animali – anche ieri la giunta ha assegnato 5 mila euro all’associazione Dingo, di cui 2.500 per l’attività sociale svolta altrettanti per l’acquisto di attrezzature, bonifica e mantenimento dell’area dove si trova la colonia felina –, ma che allo stesso tempo è socio di maggioranza di Pordenonefiere.

E non a caso sul manifesto che promuoveva la conferenza di ieri sera – organizzata da Guido Iemmi responsabile provinciale di Lav (Lega AntiVivisezione) Onlus Pordenone, Alessandra Marchi delegata provinciale Lac (lega Abolizione Caccia) di Pordenone e Massimo Lo Scavo per Animalisti Fvg – non c’era il logo del Comune.

Del resto il bollino “No a Country Christmas” apposto sul manifesto appeso in giro per la città, sarebbe stato difficile da giustificare.

Il festival del Country intanto, che ha fatto il tutto esaurito negli alberghi della città – «Sarà per questo che non è stato deciso di chiudere le strade alle auto nonostante i livelli di smog?» si chiede Marchi –, oggi entra nel vivo con il 5° trofeo nazionale ballo country, spettacoli, esibizioni, mercatini e proposte gastronomiche a tema che animeranno il padiglione centrale fino a tarda sera (apertura dalle 10 alle 23). Domenica si replica dalle 10 alle 20.

Mentre ieri sera il padiglione 5 ha ospitato la festa in salsa cow boy, in biblioteca (sala teresina Degan), Nadia Zurlo, responsabile del settore Equidi della Lega AntiVivisezione (Lav), ha mostrato i morsi che vengono utilizzati per i cavalli.

«In Italia il cavallo è considerato per legge un animale da reddito, anche destinato alla produzione di carne – spiegano gli animalisti –. Non ancora tutelato da nessuna legge specifica, è utilizzato nell’ippica e nell’equitazione, nella pet-therapy, quando non è sfruttato nei circhi, in manifestazioni storiche che ogni anno non mancano di mietere vittime, nella produzione di pelli, come mezzo di trasporto turistico o da soma. Le cronache ci parlano troppo spesso di animali dopati e maltrattati. Per natura il cavallo è un animale sociale, timido e pauroso, che ama vivere in branco e in spazi aperti. Invece, l'uomo lo rinchiude in box, da dove viene fatto uscire solo per servire l'uomo e, quando non serve più, diventa un peso del quale doversi in qualche modo disfare, anche attraverso la macellazione».

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