Pasquetta al lavoro negli iper: «Famiglia? E chi li paga i conti?»
PORDENONE. «Il cuore dice Pasquetta con la famiglia, la testa che ci sono i conti da pagare». Un tempo si cantava “Chi non lavora non fa l’amore”. Eddy, titolare di “Twister pizza”, ieri ha scelto un lunedì dell’Angelo al lavoro, nel centro commerciale Bennet-I salici. «Sacrificio necessario – ha spiegato, vicino alle colleghe pizzaiole – altro che pesci d’aprile. La gente ha poca voglia di scherzare, con la crisi e le tensioni di guerra tra Corea e Usa che mettono di malumore».
Incassi sostenuti per ristorazione e supermarket, nei centri commerciali Emisfero e Bennet (il Meduna era chiuso a Pordenone e i commessi in ferie). Hanno tintinnato le casse anche di Self e Piazza Italia, nel centro che affaccia sulla rotonda del Moro. Pausa pranzo con tanta gente nei bar e nei take-away dei superstore sulla Pontebbana: l’erba umida ha fatto girare la bussola del navigatore al 50% dei pordenonesi, ritrovatiis nei templi dello shopping popolare.
«Non si lavora volentieri – ha ribadito dopo un anno, a microfoni spenti Dany, commessa all’Emisfero - ma dire di no sarebbe autolesionismo, con la minaccia di un licenziamento». In busta paga il lunedì dell’Angelo al lavoro vale il 30 per cento di salario aggiunto.
Meno famiglia e più lavoro anche il 25 aprile, il primo maggio e Ferragosto: meglio farsene già una ragione. Per una cinquantina di commessi a Pordenone, Fiume Veneto, Sacile le feste non sono uguali per tutti. I giorni lavorativi tengono a bada la crisi e la concorrenza e il settimo giorno non c’è riposo, così come fanno i cinesi degli empori “Gimmy-five” e “Bay-li”, che non chiudono mai le serrande.
Forse hanno ragione, dicono i veterani del business, che hanno contato incassi soddisfacenti a Pasquetta per la filiera alimentare. Dopo la Pasqua casalinga, con 4 famiglie su 5 tra le mura domestiche, anche a Pordenone, oltre la metà del popolo in vacanza (51%) ha virato verso la gita di giornata o i centri commerciali. La Coldiretti ha fatto il bilancio delle festività: a Pasqua sono rimaste a casa centinaia di famiglie (18 milioni nello Stivale). A Pasquetta la maggioranza era fuori per fare la spesa nel supermarket o in una scampagnata di corsa. Chi ha lavorato ha raccolto. Di questi tempi va bene così.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto