La passione per il wrestling e una collezione da migliaia di euro: Alyosha a bordo ring con la maglia dell’Udinese
Nel weekend di Wrestlemania, l’evento più importante dell’anno, il 25enne pordenonese risponde a chi non lo considera uno sport: «È puro intrattenimento ed è così che deve essere inteso, ma serve maturità per accettare questa cosa». Tra i vari cimeli c’è anche una action figure che vale 10 mila euro

«Ma non è un vero sport». È intrattenimento, anche sportivo. «Ma si sa già chi vince». È intrattenimento, quasi cinematografico: si agisce in base a un copione, sempre per il meglio del business.
Il mondo del wrestling giunge nuovamente al suo appuntamento più importante: Wrestlemania. Dici wrestling, infatti, e la mente vola all’azienda che, più di ogni altra, negli anni si è caricata sulle spalle il movimento sul palcoscenico statunitense, per non dire mondiale: la Wwe, sigla per World wrestling entertainment. E Wrestlemania, per la Wwe, rappresenta l’evento più importante di tutti, quello in cui confluiscono storie, dualismi. In cui nascono le leggende. Due serate, due belle nottate insonni per l’Italia, collegata per l’occasione con Las Vegas, sede prescelta per l’edizione numero 41 dell’istrionica kermesse.
A seguire la manifestazione a distanza, allora, ci sarà anche il pordenonese Alyosha Coppola, 25 anni, sui social noto anche come “The Italian guy”. Sui social, certo, ma anche, e soprattutto, nel mondo del collezionismo. Alyosha, infatti, può considerarsi, a ragione, uno fra i maggiori collezionisti italiani di action figure a tema Wwe. Giocattoli, nell’essenza, cimeli (anche piuttosto costosi) per chi riesce a guardare oltre, cogliendo in quella confezione, in quelle statuine, tutta la passione che, pure di recente, ha portato Alyosha a seguire la Wwe anche oltreconfine, la sua “road to Wrestlemania” segnata – sentite qua – pure dall’amore calcistico.

Esatto, perché da grande tifoso dell’Udinese qual è, Alyosha, ad ogni apparizione vicino al ring, non ha mancato di indossare e mettere perciò in mostra la sua casacca bianconera, sulle spalle il nome dell’idolo Antonio “Totò” Di Natale.
Alyosha, come nasce la sua passione per il wrestling?
«Nasce con me, nel ’99. Perché credo che qualunque ragazzo nato fino ai primi anni 2000 abbia avuto a che fare con il wrestling e sappia di cosa stiamo parlando. Come me, molti avranno vissuto il boom del wrestling nel nostro Paese e avrà di certo qualche action figure».
Il boom?
«Sì, l’epoca in cui sulle reti nazionali venivano mandate in onda le gesta di Eddie Guerrero, John Cena, Rey Misterio. In quel periodo ero un bambino: mia mamma mi portava nel negozio di giocattoli e da lì ho potuto avere le mie prime action figure. Quando sono cresciuto e ho avuto la possibilità di acquistarle per conto mio ho iniziato ad ampliare la collezione e mi sono specializzato. Parallelamente, si è anche consolidata la mia passione per il calcio e per l’Udinese. Tra le due cose ritengo che ci siano anche dei punti di contatto».
Ce li spiegherebbe?
«Anche il wrestling, come il calcio, ti fa nascere una passione che ti porta a voler seguire i diversi eventi dal vivo. Guardare una partita in tv e guardarla allo stadio non è la stessa cosa: questo vale anche per il wrestling. Io ho avuto la fortuna assistere a diverse esibizioni dal vivo e spero di continuare. Merita, anche perché ora che la Wwe si è accorta dell’intensità, della qualità, della passione che caratterizzano il pubblico europeo, lo sta rendendo sempre più partecipe. Da qui in avanti, quindi, verranno molto più spesso in zona e sarà più facile vederli».
Di recente cosa è riuscito a seguire?
«Quest’anno ho seguito i due programmi della Wwe, Raw e Smackdown, in Belgio, a Bologna. È stato molto bello anche perché indossavo la maglietta di Di Natale, che rappresenta un’altra mia passione: il calcio, l’Udinese. E mi è andata molto bene perché in Belgio il campione della Wwe Cody Rhodes ha fatto una foto con me, ha firmato la mia maglietta, che aveva già l’autografo di Totò».
Torniamo alle sue action figure. Quali le più rare?
«Ho un Ultimate Warrior 1/15 che vale 10 mila euro. Un Unreleased Jeff Hardy Series 1 firmato, da 5 mila, e un unreleased Rob Van Dam Series 91 firmato, da 2 mila e 500 euro. Ne sono entrato in possesso negli ultimi due anni, principalmente grazie a conoscenze sul web».

Cosa dire, allora, su questa edizione di Wrestlemania oramai alle porte?
«Sarà storica. Ci sarà infatti uno scontro generazionale fra vecchia e nuova guardia, fra atleti con cui siamo cresciuti, come John Cena, e altri più giovani ma già da tempo sulla cresta dell’onda. È un po’ come il Superbowl: negli Stati Uniti, questo weekend, esisterà solo il wrestling. Siamo all’edizione 41 fra l’altro: nulla dura così a lungo per caso».
Eppure, gli attacchi al wrestling, qui in Italia, arrivano da parecchi fronti.
«È vero. Spesso si dice che è finto, che non se le danno dal vero. Ma allora perché devo guardare un film? Perché dovrei guardare una serie d’azione, un reality show? È chiaramente tutto scritto, no? Il wrestling è puro intrattenimento ed è così che deve essere inteso. Ma in Italia non so se ci sarà mai la maturità per accettare questa cosa».
Un suo consiglio, allora, per avvicinarsi a questo mondo?
«Farlo senza pregiudizi. Se l’interesse è vedere gente che si fa davvero, ma davvero male, allora si può guardare altro. Il wrestling ha i suoi rischi, le botte ci sono: ma è uno spettacolo, racconta una storia. Consiglio senz’altro di iniziare a guardare il wrestling da questo finesettimana, da Wrestlemania, l’evento più importante in assoluto».
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