Passo di Monte Croce Carnico: un anno dopo la frana riapre il collegamento

La statale 52 bis dovrebbe essere nuovamente percorribile dalla fine della prossima settimana. Convince l’idea del tunnel esaminata negli incontri organizzati dalla Lega a Tolmezzo e Paluzza

Tanja Ariis
La strada di collegamento lungo il versante italiano del passo di Monte Croce Carnico
La strada di collegamento lungo il versante italiano del passo di Monte Croce Carnico

Ormai è imminente la riapertura graduale della viabilità, lungo la strada statale 52 bis, di Passo Monte Croce Carnico, travolta dalla frana del dicembre 2023.

Un’occasione importante che sarà pure suggellato da una cerimonia cui parteciperanno i presidenti della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga, e della Carinzia, Peter Kaiser.

Manca solo l’ufficializzazione della data, quasi sicuramente sabato 25 gennaio. Venerdì 17 gennaio si è intanto svolto, con notevole partecipazione di rappresentanti istituzionali, economici e cittadini, un incontro a Paluzza organizzato dal vicepresidente del Consiglio regionale, Stefano Mazzolini, con la Lega per parlare di lavori in corso sulla strada esistente e di progetti per una futura viabilità definitiva col traforo medio in pole position tra le tre ipotesi.

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In collegamento da Roma, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e in sala il viceministro all’Ambiente, Vannia Gava, e l’europarlamentare Anna Maria Cisint, le quali hanno sottolineato l’importanza strategica della galleria, evidenziandone il potenziale per lo sviluppo economico dell’area, il rafforzamento degli scambi con Austria e nord Europa e il rilancio dell’Alto But.

L’europarlamentare austriaca Elisabeth Dieringer ha assicurato il proprio sostegno in Europa assieme a Cisint, sottolineando in Austria la spinta unanime verso la realizzazione dell’opera.

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La Lega parla di consenso a larghissima maggioranza per la galleria ed evidenzia invece le criticità tecniche autorizzative (su frane, valanghe, ambiente, paesaggio e altro) della strada alternativa. Il traforo medio, di 4 km, partirebbe sopra il Centro turistico dei Laghetti di Timau e uscirebbe, in Austria, 400 metri a valle del cimitero di guerra.

L’ingegnere Giovanni Valle, incaricato dalla Regione Fvg e dal Land Carinzia di studiare le ipotesi di traforo, ha spiegato che il tunnel risolverebbe molti problemi di sicurezza (caduta massi, pendenze) e di impatto ambientale e di paesaggio (ha imbocchi limitati, riduce emissioni).

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«Inoltre con il tunnel – ha detto – non c’è più il problema invernale che invece rimane per la strada (attuale o futura), che ha 26 tornanti da Timau a Mauthen e pendenze anche del 16%. Il tunnel riduce di mezz’ora il tempo di percorrenza» e favorirsce l’accesso alla zona turistica dei Laghetti. Valle ha mostrato i dati dello spopolamento della Carnia negli ultimi 20 anni (-11,94%) e 10 anni (-8%) simili a quelli di Hermagor e dell’aumento di abitanti invece, con viabilità più rapida e sicura, nelle aree di Bolzano, Trento, Tirolo e Salisburgo.

Mazzolini ha evidenziato che il tunnel sarà escluso ai mezzi pesanti e sarà a pedaggio per i non residenti. Il traforo, ha aggiunto Valle, può incentivare il traffico turistico. Dalla platea ci sono stati interventi per lo più favorevoli all’opera, tra cui quello del presidente della Camera di Commercio, Giovanni Da Pozzo.

Claudio Coradazzi, vicepresidente della Comunità di montagna della Carnia, ha riferito del parere favorevole quasi unanime dei sindaci della Carnia sul tunnel.

Il presidente di Secab, Ennio Pittino, ha messo in guardia dal non «intercettare il corpo acquifero che parte sotto il rifugio Marinelli e arriva alla sorgente vitale del Fontanon, sorgente che alimenta un acquedotto fondamentale per l’intera vallata fino a Tolmezzo».

Osservazione già tenuta in considerazione, ha assicurato Mazzolini, che ha definito «la galleria l’unica soluzione concreta per garantire lo sviluppo della Regione e rafforzare il legame con i nostri amici carinziani».

La Lega parla degli incontri a Tolmezzo e a Paluzza come di un punto di svolta per il futuro del Passo di Monte Croce e dell’intero Fvg sostenendo che «la galleria è diventata una visione condivisa dalla maggioranza, sostenuta da tutte le parti in causa, e rappresenta una prospettiva concreta per il rilancio e la crescita del territorio». Molto alta in Val But è ora l’aspettativa sul reperimento dei fondi da parte della politica per realizzarla.

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