Patto De Toni-Marchiol per il Comune di Udine, il centrodestra insiste: «Intesa antidemocratica»

I capigruppo dell’opposizione continuano ad attaccare sindaco e assessore. «Accordo illecito, non ci arrenderemo fino a quando non verrà fatta chiarezza»

Chiara Dalmasso

Non accettano la sconfitta, e non lo faranno, perché la definiscono «frutto di un’intesa elettorale illecita e antidemocratica».

I consiglieri firmatari dell’esposto contro il sindaco Alberto Felice De Toni e l’assessore Ivano Marchiol ritornano sul punto, con una nota diramata dai capigruppo del centrodestra in Consiglio comunale e firmata da Francesca Laudicina (Lega), Luca Onorio Vidoni (Fratelli d’Italia), Giulia Manzan (Lista Fontanini), Loris Michelini (Identità Civica) e Giovanni Barillari (Forza Italia).

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La sottoscrizione dell’accordo contestato dal Centrodestra

«Prendiamo atto che l’indagine avviata dalla Procura ha trovato fondamento giuridico con l’iscrizione del sindaco e dell’assessore nel registro degli indagati, a differenza del consigliere Stefano Salmè che non è stato iscritto, nonostante l’esposto riguardasse anche la sua persona. Tutto ciò sta a significare che gli indizi a carico del primo cittadino e dell’assessore in possesso del pm hanno una rilevanza diversa rispetto a quelli a carico del consigliere».

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La festa dopo la vittoria al secondo turno del sindaco De Toni e di Ivano Marchiol ©Foto Petrussi

A loro avviso, dunque, l’iscrizione della notizia di reato non si può definire semplicemente un atto dovuto.

«Non ci accontentiamo delle giustificazioni del sindaco e del suo legale che evidenziano solo che l’accordo è stato fatto alla luce del sole e che non c’era dolo» continua la nota.

«Non ci accontentiamo nemmeno delle scuse della maggioranza, che sostiene che si è sempre fatto così, perché lo stesso centrodestra, a suo tempo, aveva chiesto invece le dimissioni dell’allora presidente della provincia Marzio Strassoldo, esponente proprio della medesima parte politica, coinvolto in un caso analogo e condannato dal tribunale di Udine».

I consiglieri proseguono, denunciando il mancato rispetto della Costituzione e delle leggi elettorali: «Le minoranze sono state private di due consiglieri comunali, scientemente e dolosamente, perché l’apparentamento avrebbe comportato la perdita di tre consiglieri della maggioranza già eletti (uno del Pd e due della lista De Toni)».

Per via del premio di maggioranza 60 a 40, l’accordo avrebbe rappresentato «una manipolazione del sistema», che avrebbe penalizzato l’opposizione, riducendone gli eletti da 16 a 14.

«Ricordiamo a De Toni e alla sua maggioranza che i consiglieri di opposizione hanno diritto e dovere di compiere attività ispettiva a trecentosessanta gradi per verificare tutte le situazioni ambigue» precisa la nota.

«Il contratto firmato non ha alcun valore giuridico ma è un raggiro degli elettori, i quali al ballottaggio non sapevano che votando De Toni avrebbero poi votato in toto il programma dell’assessore Marchiol, che gran malumore ha provocato in questi mesi» chiosano i rappresentanti del centrodestra, rinnovando la loro fiducia nella magistratura e il loro impegno verso la città».

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