Pausa caffè? In Comune da sempre l’obbligo di timbrare il cartellino
«Chiunque esca dall’edificio comunale, per la pausa caffè o qualsiasi altro motivo, è tenuto a timbrare, e su questo non si discute. La circolare del Comune di San Daniele che introduce quest’obbligo per i dipendenti non è una novità». Il segretario generale dell’Anci Fvg, Alessandro Fabbro, portavoce “tecnico” del presidente Mario Pezzetta, è categorico: questa è la legge, altro che “furbetti” del caffè.
Il contratto di lavoro prevede l’obbligo di una pausa solo dopo 6 ore di lavoro, ma non ad esempio il break sigaretta. «Niente caccia alle streghe – precisa –. Esiste il diritto sacrosanto di un caffè, magari preso alla macchinetta nello stesso edificio del Comune, e in questo caso basta il buon senso. Anche nelle fabbriche c’è questa prassi e nessuno si scandalizza per cinque minuti di relax».
La circolare inviata dal segretario generale del Comune di San Daniele ai dipendenti, in cui si danno precise indicazioni su come e quando timbrare per la pausa caffè (una sola, non nella prima ora, della durata massima di 10 minuti, recuperabili in giornata o entro il mese, con l’assicurazione che almeno un dipendente presidi il lavoro in cui svolge l’attività) contiene precisazioni già attuate da tempo a Udine, sottolinea l’assessore Cinzia Del Torre. «Da noi è sempre stato un obbligo. Chi esce per il caffè timbra, c’è un codice apposito. Sono 15 minuti che vengono poi recuperati, mentre in altri enti spesso è un bonus. Da noi invece nessun regalo». E chi fuma? «C’è di solito una terrazza, ma questa abitudine si è fortemente ridotta nel tempo».
Se a San Daniele si è ritenuto opportuno intervenire con una circolare è perché alcuni cittadini avrebbero segnalato comportamenti forse poco ortodossi. «Si parla tanto, ultimamente, di furbetti del cartellino – dichiara Roberto Boezio, funzione pubblica Cgil Udine –, e allora tutti cercano di mettersi in regola in caso di situazione “strane”. Riteniamo che una regolamentazione sia giusta, a tutela di tutti. L’obbligo di timbratura, comunque, a Udine esiste da anni, niente di nuovo: la pausa è di 15 minuti e va poi recuperata». E se invece la macchinetta del caffè è interna, chi sorveglia? «Esiste il buon senso - ribadisce il sindacalista -: si prende il caffè e si torna sul posto del lavoro. Anche a Udine, a suo tempo, era uscita una circolare in cui si precisava che dopo aver prelevato il caffè si doveva tornare alla scrivania». «In linea di massima abbiamo dipendenti educati – chiude Del Torre –; al massimo si interviene sui singoli, anche con provvedimenti disciplinari, ma certo non per la pausa caffè, che non ha mai rappresentato un problema. Abbiamo una decina di sedi solo nel centro storico più circoscrizioni, magazzini e poche hanno la macchinetta interna, per lo più dove c’è l’accesso al pubblico, come a palazzo D’Aronco. In tal caso vige solo il buon senso e il decoro per l’immagine del posto di lavoro».
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